Dicharazione congiunta di Stagni Giacomo (Cgil Bo); Schincaglia Alberto (Cisl Bo); Massari Carmelo (Uil Bo) su riders
CGIL, CISL e UIL Bologna: le Istituzioni locali devono mettere in campo tutti gli strumenti a disposizione per garantire il lavoro in sicurezza Il nostro giudizio è nettissimo: o si forniscono i dispositivi di sicurezza o non si circola.
Per 2/3 euro a consegna rischiano di essere contagiati e rischiano di contagiare i clienti.
Il paradosso dei paradossi che ad accettare queste condizioni sono solitamente gli ultimi tra gli ultimi e sono coloro ai quali gli si chiede di dover scegliere se vivere su un marciapiede oppure fare 20 consegne al giorno per pagarsi un posto letto.
Non si possono non notare che a svolgere le consegne in questi giorni per conto delle grandi Multinazionale del Delivery Food avvolti da una sciarpa sono solo alcune categorie di lavoratori, parliamo di lavoratori migranti.
Ciclo fattorini ai quali non vengono concessi i dispositivi di sicurezza minimi, mascherine, guanti monouso, detergenti ecc.
Le multinazionali che non forniscono i dispositivi di sicurezza non possono mandare i propri ciclo fattorini allo sbando: Glovo , Uber, Deliveroo e Just Eat da quanto ci comunicano gli stessi lavoratori non forniscono i dispositivi di sicurezza.
Proprio come ieri ai Riders Bolognesi continuavano ad arrivare gli ordini sfrecciando sotto la pioggia misto neve per la città .
Per le OO.SS. le compagnie Digitali di consegna a domicilio che non offrono garanzie sulla sicurezza per i propri dipendenti si devono fermare.
Come CGIL, CISL e UIL Confederali rifiutiamo la logica per la quale le aziende del settore Delivery food unilateralmente possano autoregolamentarsi come meglio credono, cercando di auto interpretare a loro piacimento il concetto di servizio pubblico essenziale.
La salute non puo’ essere barattata con una misera assicurazione che indennizza il rider nel caso di ricovero in terapia intensiva con un massimale di 1.500 euro.
Bologna è la città della carta dei diritti fondamentali del lavoro digitale, non possiamo accettare che siano sempre le solite 4 multinazionali a sfuggire alle regole che tutta la Città con grande responsabilità e sacrificio sta affrontando».