Dichiarazione congiunta delle segretarie regionali di Fai-Cisl; Flai-Cgil e Uila-Uil Emilia Romagna
Il 2019 sarà ricordato come un anno negativo per l’agricoltura delle campagne della nostra regione, con conseguenti rischi sulla stabilità di alcune produzioni (ad esempio pere e pomodoro).
Vari fattori si sono susseguiti e accumulati, a partire dalle ondate estreme di maltempo, accompagnate da forti grandinate e, per finire, la devastante “cimice asiatica”, arrivata anche nel nostro territorio.
Questi fattori stanno producendo effetti diversi sulle produzioni agricole, le cui conseguenze rischiano di investire decine di migliaia di braccianti agricoli (oltre 40.000 in tutta la Regione) dediti in questo periodo alla raccolta di prodotti ortofrutticoli.
In merito a queste problematiche, oggetto di discussioni in queste settimane, si ricorda che per quanto riguarda i lavoratori stagionali, impiegati per tale attività, nel caso si perdessero giornate lavorative a causa dei suddetti eventi, ad oggi non sono previsti ammortizzatori sociali dedicati alla copertura delle giornate perse.
L’unica integrazione al reddito per i lavoratori a tempo determinato è infatti data dalla disoccupazione agricola, erogata dall’Inps l’anno successivo rispetto alle giornate lavorate l’anno in corso.
Si rischierebbe, in presenza di questi prolungati eventi calamitosi, di abbassare l’anno prossimo il reddito dei lavoratori o procurando addirittura la perdita del requisito necessario a richiedere la disoccupazione agricola.
In effetti, fino al 2007 era in vigore il meccanismo delle calamità, che dava la possibilità ai lavoratori di vedersi riconosciuto, attraverso il blocco degli elenchi anagrafici pubblicati annualmente dall’Inps, le giornate figurative in relazione al lavoro svolto l’anno precedente.
La riforma contenuta nella Legge 247/07 ha modificato tale principio, riconoscendo il beneficio solo nel caso in cui l’azienda agricola, presso cui il lavoratore ha prestato l’attività, abbia usufruito degli interventi del Fondo di Solidarietà Nazionale.
Tale procedura è attualmente complicata e quasi del tutto inutilizzata anche per causa del complicato iter burocratico, con conseguente mancanza di benefici per i lavoratori stagionali agricoli.
Per questi motivi le Segreterie regionali di settore Fai-Cisl; Flai-Cgil e Uila-Uil Emilia Romagna hanno l’obiettivo di sensibilizzare tutte le competenti istituzioni, Regione e Parlamento, per una concreta valutazione del problema, con l’intenzione di ricercare congiuntamente soluzioni condivise a difesa del reddito dei lavoratori del settore e a tutela delle produzioni di eccellenza del territorio regionale.
Le segreterie regionali di Fai-Cisl; Flai-Cgil e Uila-Uil Emilia Romagna sono disponibili a confrontarsi con tutti e a fare fronte comune con le associazioni agricole ma, sin da ora, respingeranno le richieste che prevedano l’abbassamento dei salari per i lavoratori, che sono già colpiti dalla riduzione delle giornate di lavoro e dal conseguente calo della disoccupazione agricola.
Le segreterie regionali sono altresì preoccupate dalle pressanti richieste d’intervento con agrofarmaci per risolvere il problema della cimice asiatica che deve comunque considerare la salvaguardia ambientale, la salute dei consumatori e di chi lavora nei campi.