Dichiarazione congiunta delle segreterie di Bologna Fp-Cgil; Cisl FP e Uil Fpl
Continuano le difficoltà del nuovo sistema informatico per la gestione degli ordini dei materiali in Azienda Usl a Imola e al Rizzoli.
In riferimento alla nuova procedura Gaac (Sw per la Gestione informatizzata dell’Area Amministrativa Contabile delle Aziende Sanitarie regionali dell’Emilia Romagna) dopo aver già comunicato alle direzioni le nostre perplessità e le nostre preoccupazioni in merito a eventuali problematiche che potevano sorgere all’avvio della nuova piattaforma, siamo purtroppo a comunicare l’emergenza in cui si trova il personale nello svolgere le funzioni basilari che assicurano gli approvvigionamenti di materiale sanitario e di farmaci nei servizi nelle due Aziende e di conseguenza alle grandi difficoltà che il personale ha nel garantire le cure alle persone.
Ad oggi ancora non funzionano le parti di programma base relative
- all’analisi dei consumi che consentono l’emissione di ordini (mica poco considerando che nel 2018 gli ordini sono stati oltre 20.000);
- ai moduli per la gestione delle protesi in sala operatoria (gli ordini vengono effettuati a mano con fax mentre prima erano gestiti informaticamente);
- all’invio di ordini automatico sulla piattaforma regionale per cui una mole considerevole di dati che consentivano la localizzazione in magazzino dei materiali e consentivano la preparazione ordinata delle forniture ai reparti non sono stati passati e tutte le operazioni della filiera di gestione dei beni è in fortissima sofferenza e sta seriamente rischiando il collasso.
Per il Rizzoli, gli ordini dei farmaci e dei dispositivi molti di questi inviati sulla piattaforma peppol vanno in errore, e purtroppo devono essere inviati via fax aumentando così il tempo e il carico di lavoro.
La problematica più seria sono le catene di equivalenza che a tutt’ora non funzionano e i reparti rischiano di ordinare prodotti obsoleti che non ordiniamo più, perché non sono più bloccati all’acquisto e alla distribuzione.
Gestione ordini da sottoscorta: permane un problema legato al riordino dei dispositivi medici. Stiamo riscontrando errori anche sui contratti, con importi errati o duplicazioni dalla vecchia alla nuova procedura.
Inoltre gli ordini relativi ai servizi (un dato provvisorio del valore dei soli servizi economali nel 2018, per capirne l’importanza, era di oltre 15.000.000 di €) ad oggi non funzionano e la parte di software relativa ai cespiti, tanto importante per il mantenimento dei livelli di assistenza ai pazienti per il rinnovamento dei processi SW e di attrezzature sanitarie, non esiste ancora.
Potremmo continuare ancora per molto, ma preso atto che la Regione ha individuato la necessità di avere un unico software regionale e che, viste le piccole dimensioni dell’azienda USL di Imola e del Rizzoli, queste due Aziende stanno letteralmente facendo da cavia per sperimentare un sistema che non era pronto per essere immesso nel sistema, oggi riteniamo fondamentale denunciare pubblicamente questa situazione in cui le lavoratrici ed i lavoratori per colpa di questa scelta non riescono a garantire il normale flusso di beni e servizi che servono per governare l’Azienda.
Un “collaudo” sulla pelle di chi lavora in un ambito dove da anni non vengono sostituiti regolarmente i pensionamenti, che rischia di determinare un clamoroso fallimento.
L’Ausl di Imola ed il Rizzoli sono stati lasciati allo sbaraglio inserendo un nuovo programma per la gestione degli ordini, installato il 2 di gennaio, che potremmo definire una scatola vuota, tutta da costruire ed implementare.
La frase “Armiamoci e partite” rappresenta bene lo scaricabarile verso il basso che sta avvenendo tra regione e Direzioni verso le lavoratrici ed i lavoratori.
Concludiamo chiedendo un intervento urgente da parte di chi ha responsabilità strategiche in questa situazione: fatevi su le maniche e venite a vedere che aria tira, prendetevi le vostre responsabilità e risolvete questa situazione».