Cala quasi del 40% (38,9%) la cassa integrazione in Emilia Romagna: da 973.406 ore a 594.586 ore. A Bologna, registra un -37,6%; a Ferrara, -53,6%; a Forlì-Cesena, -55,6%; a Piacenza, -69,2%; a Reggio Emilia, -68,8%, a Rimini, -16,5; a Ravenna; -17,7% e a Modena, 2,7%. Sale, invece, dell’11,5% a Parma (scarica qui i dati)
Siamo molto orgogliosi di questi dati – commenta il segretario generale Uil Emilia Romagna er Bologna, Giuliano Zignani -»: segno che la nostra economia ha ripreso a correre. Un’economia che, tra l’altro, ha funzione di traino per l’intero sistema produttivo nazionale.
C’è un ma e riguarda i 10mila lavoratori che in regione rischiano di perdere il posto di lavoro a causa del mancato rinnovo della cassa integrazione straordinaria come previsto dal Jobs Act.
La ripresa della’economia regionale, ormai quasi strutturale, ha un nome e un cognome: si chiama Patto per il lavoro. Siglato una manciata di anni fa, dopo un confronto serrato con la Regione Emilia Romagna, il Patto ha disegnato l’Emilia Romagna post crisi e quali strategie dovevano essere messe in campo per attuare quei piani. Un Patto su cui oggi stiamo lavorando in un’ottica di miglioramento. Soprattutto per quanto riguarda le politiche a favore dei giovani.
Come Uil ci siamo seduti a quel tavolo, portando le nostre competenze. E l’ascolto c’è stato. Dalla legalità alle politiche attive fino al welfare: abbiamo detto la nostra su tutto. Anzi ciò che ancora non ha trovato realizzazione, come le grandi opere infrastrutturali, è frutto di una decisione scellerata di questo Governo che sta bloccando ogni cantiere senza una vera ragione di fondo.