Dichiarazione della segretaria generale Uil di Rimini, Giuseppina Morolli
Quattro anni or sono, in questo periodo, in quel di Miramare si era in febbrile attesa del responso del Tribunale di Rimini, in riferimento alla percorribilità dell’ardimentoso piano elaborato dalla politica locale, con cui si sarebbero trasformati i principali creditori di Aeradria S.p.A. (società a quasi totale capitale pubblico) in soci della stessa.
Piano tanto ardito che il Tribunale di Rimini non poté fare altro che bocciare, dichiarando di lì a pochi giorni il fallimento della società di gestione aeroportuale, disponendo nel contempo l’esercizio provvisorio dell’attività in capo al curatore fallimentare, per cercare di conservare l’avviamento commerciale della struttura.
In quello stesso lasso di tempo, tanto le categorie economiche quanto la politica locale si impegnarono per salvare quello che affermarono essere un asset strategico per l’economia locale.
I discorsi sull’importanza di avere un aeroporto efficiente in una realtà che vive prevalentemente di turismo, nonché la sua strategicità sullo sviluppo dei traffici commerciali, occuparono per un lungo periodo le pagine e furono argomento di discussione in ogni sede.
Ma il tempo è passato, l’argomento è stato soppianto da altri, salvo qualche sporadico déjà-vu in occasione delle udienze penali, che hanno coinvolto il gota della politica e dell’economia locale, su tutta la vicenda è sceso un silenzio assordante.
Premettendo che attribuire responsabilità penali e/o civili ai diversi soggetti, siano essi protagonisti principali o semplici comparse, spetta all’Autorità Giudiziaria, è invece dato storico accertato la fallimentare gestione di Aeradria S.p.A, non dimenticandoci che era una partecipata, dove il pubblico ha versato milioni di euro, soldi di tutti i cittadini.
A quattro anni da quel tragico novembre, restano soltanto i dipendenti di Aeradria S.p.A. privati del loro posto di lavoro, mentre per i creditori soluzioni nel fallimento si sono trovate, ben diverse sono e saranno le prospettive per un numero considerevole degli ex-lavoratori, che ad alcuni di loro a fine 2018 cesseranno gli ammortizzatori sociali.
Sebbene in sede prefettizia – al momento della definizione delle procedure di mobilità e licenziamento collettivo (protocollo d’intesa sottoscritto il 27/02/2014) – i rappresentanti delle istituzioni locali (che erano anche soci della azienda fallita) avessero speso rassicuranti parole per le sorti del personale, non si è visto un seguito.
Sebbene l’azienda fallita fosse società a prevalente capitale pubblico e sia prevista la creazione di apposite liste per gli ex dipendenti di società controllate o partecipate dismesse o cessate (D.lgs 175/2016 e successivo D.lgs 100/2017 – riferimenti normativi decreto Madia) cui tutti gli enti pubblici debbo attinge prima di procedere a nuove assunzioni, tale lista ad oggi non risulta ancora attivata da parte della Regione (soggetto preposto alla creazione e gestione). Se la Regione esiste batta un colpo!!
Sebbene la nuova società assegnataria della gestione Airiminum anteriormente alla riapertura dello scalo – avesse lasciato intendere il mantenimento dei livelli occupazionali pre fallimento; a fronte di un traffico contenuto (inferiori anche a quello registrato in fase di esercizio provvisorio), ha optato per una politica di assunzioni selettiva, a loro discrezione.
Quattro anni sono passati e oggi apprendiamo dalla stampa che è arrivata da parte di Enac il riconoscimento della concessione trentennale ad Airiminum, ma una parte di quota del capitale sociale è stata versata?
Visto la festa organizzata per annunciare questo traguardo che noi della UIL riteniamo molto importante con i rappresentanti delle Istituzioni ( Sindaco di Rimini nonché Presidente della Provincia, l’Assessore regionale Corsini, altri Sindaci, le categorie economiche, ci saremmo almeno aspettati come organizzazione sindacale un invito, quello non è mai arrivato a parte un incontro che non ha dato gambe a ciò che era emerso con le categorie avuto l’anno scorso e dopo le tante ripetute sollecitazioni e lettere inviate dalle O. O. S.S. prima dell’estate.
Ora chiediamo a tutte le autorità del nostro territorio che i tanti protocolli sottoscritti dalla politica vengano mantenuti, chiediamo l’intervento urgente e l’apertura di un tavolo da parte della Regione, della Provincia per definire un piano di ricognizione dei lavoratori circa 40 persone, ex lavoratori di Aeradria S.p.A., ad oggi sono ancora in cerca di una ricollocazione, quand’anche esista una legislazione di tutela, che se applicata avrebbe conseguito il duplice vantaggio di reimmettere personale formato in ambito produttivo, sopperendo nel contempo a carenze dove presenti, che sono stati esclusi dalla nuova società e visto che la Regione si è spesa per investimenti pubblici sull’aeroporto prima pensi alla ricollocazione degli ex dipendenti.
È amaro constatare ancora una volta, seppur frequente in questo Paese, che, a pagare il conto più salato sono sempre i soliti noti (in questo caso gli ex dipendenti di Aeradria).
I sacrifici fatti per scongiurare il fallimento prima; la dedizione dimostrata nel periodo di esercizio provvisorio; l’impossibilità di accedere a taluni ammortizzatori sociali o accedervi con notevole ritardo (causa le irregolarità contributive accumulate ante fallimento); le aspettative create e poi naufragate sono l’amaro calice con cui martedì autorevoli personaggi del nostro territorio e della regione hanno brindato a questo evento (che di per se noi della UIL riteniamo positivo perché abbiamo bisogno di una infrastruttura funzionale e capace di gestire ed attirare traffico con le proprie risorse e capacità manageriali ) ma per noi rimane una sciagurata vicenda e una brutta pagina che non vorremmo che si ripetesse e che fino ad ora ha presentato il conto solo ed esclusivamente ai lavoratori della fallita Aeradria S.p.A.