Favorire l’accesso al mondo del lavoro conciliando i tempi dell’ufficio con quelli della famiglia: è uno degli obiettivi che saranno affrontati dal Tavolo regionale permanente per le politiche di genere, un organo consultivo presieduto dall’assessora alle Pari opportunità dela Regione Emilia Romagna, Emma Petitti che ha iniziato l’attività. L’organismo fornirà un quadro della dimensione di genere all’interno delle politiche regionali, analizzando criticità e punti di forza nell’attuazione delle azioni per promuovere la parità.
Al suo interno siede Giuseppina Morolli, referente del Coordinamento per le Pari Opportunità della Uil ER
Quando si parla dei temi relativi alle politiche di genere – osserva Morolli che durante la prima riunione del Tavolo ha parlato anche a nome di Cgil e Cisl – bisogna farlo in maniera trasversale a tutte le politiche della Regione.
Come Cgil-Cisl-Uil, accogliamo con favore l’avvio del tavolo regionale permanente per le politiche di genere perché permette il confronto su tutte le tematiche che impattano la dimensione di genere e lo scambio di esperienze propositive e positive che ci sono su tutto il territorio regionale.
Molto interessante l’intervento dell’assessore regionanale, Emma Petitti che ha parlato di concertazione: è solo attraverso l’ascolto e il confronto, a volte anche intenso, che si possono trovare le giuste mediazioni e sinergie per migliorare tutti insieme – istituzioni, associazioni, categorie datoriali e organizzazioni sindacali – le condizioni di migliaia di donne che ancora oggi subiscono soprusi e umiliazioni.
Occorre diffondere e creare una cultura di genere investendo risorse a partire dalle scuole dell’infanzia.
Quanto al tavolo regionale, oltre ai canali di finanziamento trasversali che coinvolgono anche le politiche di genere, nello specifico a sostegno delle politiche di settore, la Regione ha emanato due bandi da un milione di euro ciascuno rivolti a Enti locali e Terzo settore: col primo bando (concluso nel 2017) stati finanziati 49 progetti, coinvolte 173 attività, 141 scuole e 24.500 persone. Col secondo bando, per il 2018, sono stati valorizzati progetti realizzati in zone montane e basso ferrarese, con attenzione al contrasto di fenomeni di emarginazione sociale.
Conciliazione: favorire l’occupazione femminile
Un tema centrale riguarda la conciliazione. L’obiettivo è favorire l’accesso e la permanenza delle donne nel mercato del lavoro anche attraverso strumenti che possano garantire il giusto equilibrio tra tempi di lavoro e tempi per la famiglia. Sono diverse le politiche di welfare già poste in essere, in Regione, per favorire la conciliazione (come ad esempio la rete di servizi per la prima infanzia) e le risorse investite: oltre 33 milioni di euro nel triennio 2018-2020 da trasferire ai Comuni per la gestione dei servizi educativi per la prima infanzia; 13 milioni del Fse per il biennio 2018-2019 per i centri estivi; 435 milioni nel 2017 (Fondo regionale per la non autosufficienza) per sostegno a persone anziane e disabili, garantendo così la possibilità di ridurre i tempi di impegno familiare.
La Regione ha promosso anche meccanismi premiali per le buone pratiche in tema di responsabilità sociale di impresa. Tra le misure adottate si ricordano anche la flessibilità nell’organizzazione del lavoro, misure a sostegno della genitorialità e lo smart working, il cosiddetto “lavoro agile”, la cui sperimentazione è stata da poco avviata in Regione. Con l’apertura del Tavolo è emerso chiaramente un obiettivo: continuare a lavorare sul tema della conciliazione anche attraverso il coinvolgimento e i suggerimenti dei soggetti attivi nella rete di sostegno alla parità.
Tutti gli indicatori – conclude la referente del Coordinamento per le Pari Opportunità della Uil ER, Giuseppina Morolli – ci dicono che l’Italia sta arretrando per quanto riguarda la situazione femminile; il lavoro delle donne sta diventando di nuovo più precario., meno retribuito ed è quello con maggiori elementi di instabilità connessi anche all’esigenza di conciliazione tra vita familiare e professionale.
Bisogna costruire un modelloo economico e sociale integrato che riesca a coniugare le politiche di genere con le politiche di conciliazione, a contrastare la precarietà del lavoro anche attraverso la contrattazione di secondo livello.
In Emilia Romagna abbiamo sottoscritto 178 accordi territoriali su diversi aspetti che riguardano le donne. Occorre costruire un patto di qualità per l’occupazione femminile tra istituzioni, categorie economiche e sindacati.
Come Cgil-Cisl-Uil Emilia Romagna
abbiamo sottoscritto dei protocolli molto importanti per quanto riguarda le molestie nei luoghi di lavoro con Confindustria, Alleanza della cooperazione, Confimi e Confapi