«Il welfare in Emilia Romagna deve cambiare per garantire dignità, autonomia e buona qualità della vita agli anziani e alle persone con disabilità».
Con questo auspicio, molto concreto, della segretaria generale della Uil pensionati Emilia Romagna, Rosanna Benazzi, si è concluso il convegno «𝐈 𝐬𝐞𝐫𝐯𝐢𝐳𝐢 𝐬𝐨𝐜𝐢𝐨–𝐬𝐚𝐧𝐢𝐭𝐚𝐫𝐢 𝐩𝐞𝐫 𝐥𝐞 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐚𝐮𝐭𝐨𝐬𝐮𝐟𝐟𝐢𝐜𝐢𝐞𝐧𝐭𝐢: 𝐛𝐢𝐬𝐨𝐠𝐧𝐢 𝐞 𝐫𝐢𝐬𝐩𝐨𝐬𝐭𝐞 𝐝𝐚𝐥 𝐅𝐫𝐧𝐚»
Organizzato dalla Uil Pensionati ER, l’appuntamento ha visto la partecipazione del segretario generale Uil Pensionati, Carmelo Barbagallo e del segretario generale Uil Emilia Romagna, Marcello Borghetti. Oltre alla presenza della tesoriera Uil Pensionati, Cecilia de Laurenti e di Pasquale Lucia della segreteria nazionale Uil Pensionati
«La creazione e la realizzazione di nuovo welfare, qui in questa regione, è, per noi, la sfida dei prossimi anni – spiega la segretaria generale Uil pensionati Emilia Romagna, Rosanna Benazzi -. La nostra regione è fra le più longeve a livello nazionale: un quarto della popolazione è ultra 65enne; 592.000 sono ultra 75enni e oltre 370.000 sono over 80enni.
Benché l’Emilia Romagna sia sempre stata all’avanguardia, ora il suo welfare comincia a mostrare i segni dell’età. Ovvero è sempre più in difficoltà nel rispondere a pieno alle problematiche legate all’invecchiamento della popolazione, ai nuovi bisogni e anche al numero crescente di persone con disabilità.
Il sistema attuale rimane disomogeneo, sottofinanziato, non è in grado di garantire una effettiva continuità assistenziale.
Per questo, quando parliamo di cambiamento, non ci riferiamo solo ad un ampliamento dell’offerta, ma di ripensare profondamente l’architettura, la governance, l’accessibilità e la capacità di personalizzazione della presa in carico.
Per non parlare della compartecipazione: tema spinoso perché implica un’impossibilità ad accedere ai servizi da parte di alcuni cittadini. E ciò è inaccettabile.
Come punto di partenza serve un’analisi dettagliata che valuti lo stato di salute, la qualità della vita degli anziani o delle persone con disabilità che vanno intese come risorsa e non come costo.
Occorre che la nostra regione compia scelte, avendo il coraggio di percorrere strade anche nuove per avere quel ruolo di apripista e di modello che ha sempre avuto fino ad ora».