«Il filo conduttore del nostro Primo Maggio è il tema della sicurezza che, per noi, è assoluta priorità – spiega dal palco di piazza Maggiore a Bologna, il nostro segretario generale Giuliano Zignani -. A livello nazionale, vi sono stati oltre 200 morti sul posto di lavoro; per l’Inail sono 160. In Emilia Romagna, i lavoratori deceduti mentre svolgevano le loro mansioni sono stati 10. Questo solo tra gennaio e aprile. Ecco perché la sicurezza è per noi una priorità: occorrono investimenti e soprattutto non si deve mai abbassare la guardia.
Cosa che, invece, è accaduta con i governi dell’ultimo decennio che hanno allentato la presa sulla sicurezza sul posto di lavoro: meno controlli, meno ispettori. Ci sono sempre meno uomini, meno mezzi e meno risorse a disposizione per fronteggiare quella che, purtroppo, è quasi un’emergenza.
Oltretutto, sono molto preoccupato se mettiamo in relazione le morti sul lavoro con l’incremento occupazionale. Il rischio è che se l’economia gira a pieno regine, ma cala la sicurezza, è evidente che gli infortuni, anche quelli mortali, sono destinati a crescere. Ecco perché è importante dare un segnale chiaro e forte: una delle prime emergenze da affrontare è proprio la sicurezza sui luoghi di lavoro che, ricordo, non è un costo, ma un investimento con evidenti ricadute economiche, sociali e anche di welfare».
Sempre dal palco, il segretario generale Giuliano Zignani ha ricordato come
«Il territorio bolognese non è immune dalle emergenze. La prima riguarda una corretta lettura della ripresa economica e di conseguenza occupazionale di cui dobbiamo capire la reale portata.
Innanzitutto va chiarito come i dati sulla disoccupazione non siano del tutto veritieri. Certo in Emilia Romagna e nella Città metropolitana di Bologna assistiamo ad una ripresa e ad un incremento dei posti di lavoro, ma dobbiamo capire quale sia il parametro di misurazione di questa occupazione. Se il punto di riferimento è l’assunzione giornaliera, è evidente come il tasso non abbia piena corrispondenza con la realtà. Ed è altrettanto evidente come questa non sia buona occupazione poiché non è stabile».Ad esempio, «dove sono le opere infrastrutturali? Sono ferme al palo quando, invece, devono partire immediatamente: sono un perfetto volano per il nostro sistema produttivo. Solo creando buona occupazione e facendo marciare a pieno regime l’economia potremo impegnarci per costuire un solido sviluppo sia per la Città metropolitana di Bologna sia per la Regione Emilia Romagna».
Un ultimo passaggio il segretario generale Giuliano Zignani lo ha riservato ai
«giovani sono il nostro futuro. E non la dico per retorica, ma perché ci credo veramente. E ci crede la Uil Emilia Romagna e la Uil che su di loro sta scommettendo. I giovani sono l’anello debole del nostro sistema produttivo: disoccupati ad un livello che mai si era registrato nel nostro paese e, quando assunti, lo sono con contratti. Anzi non contratti che azzerano qualunque forma di diritto. Tutto ciò è impensabile e inaccettabile. I lavoratori hanno conquistato i loro diritti, lottando: ecco perché la Uil è al fianco di questi ragazzi che stanno lottando per avere un futuro dignitoso. Occorre subito un Patto per i giovani che metta insieme Istituzioni, sindacati e associazioni di categoria perché solo insieme possiamo garantire un futuro ai giovani e anche al nostro Paese».