Media World persiste nell’attuare nei confronti dei lavoratori un comportamento connotato da sprezzante cinismo, pertanto diventa inevitabile che la protesta dei dipendenti continui sempre più aspramente!
Le assemblee tenute nei giorni scorsi nei 2 punti vendita di Bologna confermano la determinazione dei lavoratori nel proseguire la loro lotta. E’ in campo la difesa stessa della loro dignità!.
L’Azienda forse non ha chiaro che sono stati gli stessi lavoratori a consentire a questa catena dell’elettronica di consumo di mietere i successi del passato!
In questi giorni infatti svariate decine di lavoratori e lavoratrici, i cui negozi sono in chiusura, sono sottoposte ad un odioso ricatto. Viene fornita una striminzita lista di punti vendita che avrebbero le condizioni di accoglierli, 5 soli giorni di tempo per scegliere o dopo deciderà l’azienda tramite trasferimenti coatti. Ciò avviene sia per i 2 negozi in chiusura improvvisa al 31 marzo ( Grosseto e Milano stazione centrale), ma anche per i dipendenti occupati nei negozi in cui è attivo il contratto di solidarietà in scadenza a fine aprile.
Complessivamente saranno coinvolte circa 180 persone, saranno sparpagliati sulla penisola, a volte dividendo famiglie… papà da una parte e la mamma da tutt’altra… i figlioli.. invece?
Nel frattempo permane l’inquietante riserbo aziendale su quali altri punti vendita sono considerati non sostenibili e quindi soggetti a imminente chiusura, omertà totale!
L’obiettivo è palese, costringere la stragrande maggioranza di questi dipendenti ad una dimissione “volontaria” evitando così ogni possibilità di confronto con chi li rappresenta.
Anche Bologna non ci sta !
Nei prossimi giorni i dipendenti, aderendo alle iniziative proclamate dalle OO.SS. Nazionali, attueranno scioperi a sorpresa, le proteste continueranno fino al 12 aprile, data di convocazione delle parti presso il Ministero.
A nome dei dipendenti ci scusiamo con la clientela sugli inevitabili disagi che si verificheranno, ma siamo anche certi che i clienti capiranno a chi addossare la piena ed esclusiva responsabilità, ovvero ad una dirigenza aziendale la cui unica azione che mette in campo per combattere una crisi, consiste nel riportare le condizioni di lavoro all’800, ignorando gli infiniti errori aziendali nella gestione degli assortimenti e delle scorte, nell’organizzazione delle attività, nell’inconcludenza nel realizzare la più volte annunciata omnicanalità nell’ottica di rispondere alla graduale e costante crescita del mercato on line, fatti che costringono i dipendenti a mettere continue “pezze” per provare a salvaguardare un livello dignitoso di servizio al cliente, ma con sempre più fatica. I dipendenti sono stanchi di pagare i vostri errori e di essere trattati come oggetti inanimati, da usare alla bisogna e gettati via.