«Alla Rocco D’Amato di Bologna la situazione è sempre più critica, ormai da mesi, si registra il cospicuo incremento della popolazione detenuta che, allo stato attuale, conta circa 840 detenuti presenti, a fronte di una capienza regolamentare di 492 detenuti, con un sovraffollamento del 170% circa (ben oltre la media nazionale)». A dichiararlo è Domenico Maldarizzi Segretario Nazionale della Uil PA Polizia Penitenziaria
«L’attuale situazione, frutto di una serie di fattori concomitanti, grava in maniera decisa sulla quotidiana gestione delle attività all’interno dell’Istituto, dando luogo quotidianamente ad una serie di eventi critici che sta mettendo a dura prova il personale di Polizia Penitenziaria, in particolare quello che presta servizio presso il Reparto Infermeria, il Reparto Giudiziario che ospita circa 600 detenuti, con punte di sovraffollamento degne di nota anche presso il Reparto Femminile, dove peraltro stanno emergendo sempre più evidenti criticità rispetto a detenute, con evidenti problemi di carattere psichiatrico, oltre alla presenza di una detenuta ultrasettantenne che dopo un ricovero è tornata nella sua cella, allettata, ed aiutata dalla sua concellina che, a quanto pare, – chiosa il segretario della Uil PA Polizia Penitenziaria – non interessa a nessuno se non alle altre detenute che hanno scritto al Magistrato di Sorveglianza specificando che “la signora in queste condizioni sarà l’ennesima vittima di questo sistema carcerario” Tutto questo stato di cose non può che ricadere inevitabilmente e in primis sul personale di Polizia Penitenziaria».
«Oltre all’atavico problema del sovraffollamento, che come noto affligge quasi tutti gli istituti, – continua Maldarizzi – ciò che incide in modo dirompente sulla gestione quotidiana della struttura più grande del distretto – che ospita tra l’altro tutte le tipologie di detenuti ( As, protetti promiscui, comuni definitivi e giudicabili, reparto femminile) è l’assegnazione di detenuti trasferiti da altre sedi per motivi di ordine e sicurezza. L’ultimo, in ordine di arrivo nella giornata di ieri: un detenuto che dopo neanche tre giorni è stato trasferito da altro istituto ed è giunto presso la CC di Bologna addirittura con un tentativo di evasione alle spalle. Al danno si aggiunge la beffa! E’ di queste ore la notizia allarmante dell’imminente arrivo di un detenuto transgender; anche in questo caso l’ennesima assegnazione per ordine e sicurezza. Ci si chiede: dove verrà allocato/a il detenuto/a? A Bologna non ci sono sezioni per Trans ma si vocifera che dovrà essere allocato al Reparto femminile! Dovrà essere allocato/a in compagnia? Dovrà stare da solo/a? Potrà fare vita comune? E se no starà chiuso/a h24 in camera? E chi si occuperà della perquisizione personale? Si dovrà chiedere di volta in volta il supporto del personale di sesso maschile? E chi controllerà che in una sezione con oltre 40 detenute, aperte per oltre 8 ore al giorno, il detenuto/a in questione non rivolga attenzioni di tipo sessuale alle compagne di sezione? E nel caso di traduzione in luogo esterno di cura? Tutte domande che al momento rimangono prive di risposte e che si ritorceranno sulla Direzione e sul personale di polizia penitenziare che dovrà gestire le inevitabili situazioni paradossali che certamente si verificheranno, accompagnate presumibilmente da eventi critici quotidiani.
Per tale ragione – conclude Maldarizzi – nella giornata odierna abbiamo inviato a tutte le autorità una diffida per non assegnare anche quest’altro soggetto alla Rocco D’Amato già pesantemente in difficoltà»