Nove persone su dieci sono insoddisfatte dalla chiusura degli sportelli bancari nel proprio comune e ritengono utile parlare con un operatore bancario. Per otto su dieci non sarebbe lo stesso se lo sportello bancario chiudesse e fosse sostituito da un bancomat. Per sette su dieci la prossimità bancaria influisce sulla propensione all’investimento in prodotti finanziari, a conferma che la banca non è solo un luogo dove custodire i risparmi ma anche il motore dal quale si origina la produzione di ricchezza. Queste le maggiori evidenze emerse dalla ricerca svolta da Uilca durante la campagna itinerante Chiusura filiali? No, grazie, la prima indagine demoscopica volta a misurare il sentiment del fenomeno della desertificazione bancaria nel Paese. Il rapporto ha raccolto, sul territorio nazionale, 2.870 interviste. I dati, elaborati dall’istituto di ricerca Lab 21.01, sono stati presentati in occasione di un Convegno presso la sede del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (Cnel) a Roma. All’evento, il presidente del Cnel Renato Brunetta ha proposto l’apertura di un tavolo di confronto sul tema della desertificazione bancaria.
In Emilia Romagna, il tour ‘Chiusura filiali? No grazie’ ha fatto tappa a Bologna, Bentivoglio (Bo) e Bertinoro (Fc). Città simbolo della desertificazione in corso: a Bentivoglio, dal 2020 al 2021, sono stati tagliati 2 sportelli bancari. A Bertinoro, nel 2022, si è registrata la chiusura di uno sportello bancario. Infine Bologna, dove dal 2015 al 2021 sono stati chiusi 204 sportelli, per un calo pari al 28,5%; il trend negativo si registra anche per il personale (-31%)
«Siamo molto soddisfatti per l’esito della campagna Chiusura filiali? No, grazie che, come Uilca, abbiamo portato avanti per tutto il 2023. L’iniziativa è stata pensata e attuata partendo dalla convinzione che la chiusura degli sportelli bancari costituisca un problema di cui è necessario tutti prendano coscienza per gli effetti negativi che produce sotto il profilo sociale, economico e di legalità”, così il segretario generale Uilca Fulvio Furlan sui risultati del Rapporto Annuale 2023 di Chiusura filiali? No, grazie. “Nel nostro giro per l’Italia abbiamo coinvolto cittadini, politica – locale e nazionale – istituzioni e associazioni, con l’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica e stimolare un dibattito tra tutti i soggetti istituzionali interessati, a partire da quelli presenti al Convegno, per trovare soluzioni, nel rispetto dei vari interessi coinvolti, ponendo al centro le necessità delle persone, in particolare quelle più in difficoltà. Il settore del credito è centrale per favorire lo sviluppo del Paese, dell’economica nazionale e dei territori, e deve essere costante punto di riferimento con la professionalità che sempre dimostrano le lavoratrici e i lavoratori bancari e con un approccio coerente con i suoi compiti sociali, di tutela del risparmio e di ricerca del profitto in modo sostenibile.
È una battaglia che tutti insieme possiamo fare e come Uilca continueremo a presidiare il tema con grande attenzione, nell’ottica di favorire l’avvio di osservatori locali e nazionali per monitorare il fenomeno e individuare interventi condivisi per affrontare la questione. Un ringraziamento alla Uil, che ci ha sostenuto in tutto questo percorso, e a tutte le persone che abbiamo incontrato nelle piazze: ci hanno dimostrato che questo è un problema sentito da tutti e che richiede una soluzione condivisa».
«La campagna Chiusura filiali? No, grazie’ – commenta il segretario generale Uilca Emilia Romagna, Mario Cusano – è partita quasi un anno fa, proprio dall’Emilia Romagna, con tre presidi a Bentivoglio, Bertinoro e Bologna. Molti i cittadini che hanno partecipato ai tre presidi, manifestando tutto la loro critica per la chiusura degli sportelli bancari nei loro comuni.
Le istituzioni devono fare pressione sulla politica e sugli istituti bancari per arginare questo fenomeno dettato solo da mere finalità di bilancio, tese a tagliare costi, ma senza alcuna attenzione ai lavoratori e ai cittadini. Quando chiude una filiale, soprattutto in zone poco centrali, viene a mancare un importante presidio sociali, non un semplice sportello bancario».
INDAGINE DEMOSCOPICA: L’IMPATTO DELLA DESERTIFICAZIONE BANCARIA SUGLI ITALIANI – RAPPORTO 2023
BANCA O POSTA?
Emilia-Romagna. La prima domanda rivolta agli intervistati si concentra sul “gestore” del denaro: 8 su 10 scelgono solo la banca (80%). Il 16,1% sceglie sia la banca che la posta mentre il 2,4% solo le poste.
OGNI QUANTO SI VA IN BANCA?
Emilia-Romagna. La metà degli intervistati, il 51,2%, si reca generalmente nella propria filiale bancaria almeno una volta al mese, di cui il 16,4% “una volta a settimana” e il 34,8% “una volta al mese”. Il 21,8% si reca in banca “una volta ogni 6 mesi”, il 13% “una volta l’anno” e l’11,2% dichiara di non recarvisi “mai”.
COSA SI FA IN BANCA?
Emilia-Romagna. Le operazioni che vengono effettuate più spesso in banca sono: “prelievo di contanti” al primo posto (56,1%) seguito dagli “investimenti/finanziamenti” (39%) e dai “pagamenti” con il 30,1%.
LA BANCA CHIUDE. MANCA?
Emilia-Romagna. Il 74,2% ha percepito la mancanza/riduzione della filiale bancaria, di questi il 50,2% “molto” e il 24% “abbastanza”.
SERVIZI BANCARI. QUANTO SERVONO?
Emilia-Romagna. Per 9 su 10, i servizi bancari in un comune sono “molto” o “abbastanza” utili (94,3%); di questi il 73,6% li ritiene “molto” utili, il 20,7% “abbastanza”.
QUANTO PIACE PARLARE AGLI ITALIANI?
Emilia-Romagna. Determinante il rapporto umano: parlare con un operatore bancario per avere informazioni sui servizi necessari è utile per l’89,7%, di cui 70,9% “molto” e 18,8% “abbastanza”.
LA BANCA È…
Emilia-Romagna. La banca rappresenta “un luogo utile per avere supporto e assistenza per quanto riguarda risparmi, investimenti e prestiti” per 8 persone su 10 (82,4%).
…E SENZA BANCA?
Emilia-Romagna. Il 57,8% degli intervistati da quando non ha più lo sportello bancario vicino deve “impiegare più tempo per raggiungere la banca”. Il 38,5% utilizza “servizi on line sostitutivi”, l’11,6% è “costretto ad aspettare la disponibilità di familiari e amici che lo possano accompagnare”.
BANCOMAT PIGLIA TUTTO?
Emilia-Romagna. Per 8 intervistati su 10 se si installasse un bancomat al posto della filiale “non sarebbe lo stesso” (80,3%).
L’ON LINE È IL FUTURO?
Emilia-Romagna. Se chiudesse la propria filiale bancaria il 63,2% degli intervistati si recherebbe in un ufficio fisico. Nel dettaglio, il 52,3% “si recherebbe in un’altra filiale bancaria”, il 10,9% “in un ufficio postale” e il 28,6% “utilizzerebbe i servizi della banca on line”.
MANCA LA BANCA: COSA SUCCEDE IN UN COMUNE?
Emilia-Romagna. Il 12,1% delle persone dichiara di aver “preferito lasciare il proprio comune per l’assenza di filiali bancarie o altri servizi essenziali”.
In generale, per il 68,1% degli intervistati “la mancanza di una banca (o di un servizio essenziale analogo) per la scelta di vivere o abbandonare il comune di residenza” influisce “molto” (25,5%) e “abbastanza” (42,6%).
ALLO SVILUPPO DEL PAESE?
Emilia-Romagna. Secondo il 72,7% degli intervistati la prossimità della filiale bancaria influisce sulla propensione all’investimento in prodotti finanziari.
Di questi: “molto” per il 28,9% e “abbastanza” per il 43,8%.
E ALLE PERSONE?
Emilia-Romagna. Complessivamente la riduzione/chiusura delle filiali bancarie nel luogo in cui si vive rende insoddisfatte 9 persone su 10. L’89,3%, infatti, si dichiara non soddisfatto: di questi, il 72,3% è “per nulla” soddisfatto e il 17% è “poco” soddisfatto.
LA PROPOSTA DELLA PIAZZA
Nel corso del sondaggio Uilca, è stato chiesto agli intervistati di ipotizzare delle soluzioni alternative all’abbandono delle filiali bancarie nei propri territori.
Emilia-Romagna. Il 41,5% ha suggerito uno spazio dedicato all’interno del comune ove a turno si possano fissare appuntamenti settimanali con un bancario del proprio istituto di credito come una delle forme di contatto prediletta.
Il 36,6% ha suggerito la presenza di un “corner” informativo con la presenza fisica di un bancario all’interno di un tabaccaio/centro commerciale/altro punto vendita. Per il 24,1% nessuna delle forme di contatto alternative può sostituire la propria filiale bancaria.
LA DESERTIFICAZIONE BANCARIA IN ITALIA: I DATI
In Italia, dal 2018 al 2022, il numero dei comuni serviti da banche è diminuito del 10,9%, passando da 5.368 comuni del 2018 ai 4.785 del 2022. Nel 2022, su 7.901 comuni italiani, più di 3 mila pari al 39% non offre l’accesso al servizio bancario.
Da un’analisi svolta dal Centro Studi Uilca Orietta Guerra si evince che in Italia dal 2018 al 2022 si è verificata una contrazione degli sportelli bancari del 17,4% (meno 4.423 sportelli), passando dai 25.409 del 2018 ai 20.986 del 2022. Nello stesso periodo il settore bancario ha perso 14.020 posti, pari a un calo occupazionale del 5%.
Emilia-Romagna. Dal 2018 al 2022 gli sportelli bancari sono diminuiti del 18,3%, passando da 2.658 a 2.117. I comuni serviti da banche sono diminuiti del 2,2%, passando da 317 a 310. Al 2022 le persone senza accesso a uno sportello bancario sono 32.880.