Dichiarazione congiunta delle segreterie di Cgil Camera del lavoro metropolitana di Bologna, Cisl Area metropolitana bolognese, Uil Emilia-Romagna su Iran
Con una incredibile dichiarazione firmata da 227 deputati, membri del parlamento iraniano, è stato chiesto ai vertici del Paese, magistratura compresa, di applicare quanto prima la legge del taglione contro i manifestanti arrestati durante le proteste che da settimane attraversano il Paese, definendo questi ultimi mohareb (“nemici di Dio”). In Iran la punizioni per i mohareb è appunto la pena di morte. Questo pronunciamento ci preoccupa profondamente e ci indigna.
Si tratta della ennesima dimostrazione della natura criminale del regime degli ayatollah e della volontà di reprimere nel sangue il legittimo e democratico movimento scaturito dall’uccisione di Mahsa Amini, lo scorso 16 settembre, da parte della cosiddetta polizia morale.
Secondo gli attivisti per i diritti umani iraniani, quasi 15mila sono stati arrestati durante le manifestazioni svolte fino ad ora, mentre 319 persone sono morte, tra cui 50 minori. Ancora nei giorni scorsi abbiamo assistito al tragico massacro di una ragazza, Nasrin Ghadri, una dottoranda di 35 anni che studiava filosofia a Teheran, morta sabato dopo essere stata picchiata alla testa con un manganello dalle forze di sicurezza. Sono tra l’altro tantissimi gli studenti ai quali è stato vietato l’ingresso nei loro atenei, mentre chi è dentro prosegue nella mobilitazione per chiedere il rilascio di tutti gli studenti arrestati, la revoca delle recenti sospensioni accademiche e il ritiro delle forze di sicurezza dalle università.
Nonostante la volontà di soffocare il movimento, le donne iraniane non si sono arrese, ma hanno trascinato con sé giovani e uomini. La protesta contro le violenze è diventata anche una protesta contro la povertà e la corruzione dello Stato, contro l’aumento dei prezzi e l’inflazione che tiene la popolazione nella povertà.
Il grido e l’istanza di libertà sono altissimi in Iran. La comunità internazionale non può consentire che prosegua il massacro da parte di quel regime, attuando una sanguinosa e tragica repressione.
Per questo rilanciamo l’appello alle forze politiche e alla società civile perché si crei una forte opposizione alla violenza posta in atto in Iran. Chiediamo al governo italiano di intervenire presso le autorità iraniane per esprimere la più ferma protesta per quanto sta accadendo in quel paese e per lo sciagurato voto espresso da quei deputati.
CGIL-CISL-UIL di Bologna, che lo scorso 5 ottobre hanno promosso in questa città una importante manifestazione per sostenere e esprimere solidarietà con la protesta delle donne iraniane e del popolo iraniano, insieme a Donne per Nasrin, al gruppo “Donna, vita, libertà” di Bologna, al Comitato per la difesa della libertà e della democrazia in Iran, raccogliendo l’adesione di tante altre associazioni, organizzazioni e partiti, continueranno nella mobilitazione.
Bologna, 10 novembre 2022