Dichiarazione congiunta delle segreterie di Cgil-Cisl-Uil di Bologna su immigranti
Cgil Cisl e Uil, impegnate a dare risposte alle cittadine e cittadini migranti a Bologna e nei Comuni della Città Metropolitana, responsabilità che non è mai venuta meno anche durante tutto il periodo di emergenza sanitaria, hanno verificato in questi ultimi mesi le ricadute dei mancati interventi alle richieste avanzate a livello nazionale per dare risposte concrete nelle politiche per l’immigrazione.
Soprattutto in questi ultimi mesi, a fronte del periodo contrassegnato dalla pandemia, si riscontrano insopportabili ritardi nel rilascio dei permessi di soggiorno, nonostante le sollecitazioni che sono state fatte, anche dal livello territoriale, ai Ministeri competenti.
Per rispondere anche a livello territoriale alle necessità delle cittadine e cittadini immigrati, rese ancora più urgenti dall’emergenza sanitaria, Cgil Cisl e Uil hanno richiesto un incontro con l’Assessorato alle politiche per l’immigrazione di Bologna, ritenendo importante un’azione di coordinamento tra i diversi soggetti Istituzionali e Sindacali coinvolti nelle risposte e procedure rivolte alle cittadine e ai cittadini migranti.
Cgil Cisl e Uil già dall’esplodere della pandemia, e immediatamente dopo il cosiddetto Decreto Cura Italia (D.L. n.18 del 17/3/2020 ) unitariamente hanno avanzato delle precise richieste al Governo, prima della sua conversione in Legge, per garantire i diritti alle cittadine e ai cittadini immigrati, soprattutto a fronte delle misure di emergenza Covid 19:
- la possibilità che la validità del permesso di soggiorno decorra dalla data di decisione della Questura anziché dalla data di invio di domanda, al fine di consentirne una durata maggiore;
- la proroga della durata dei passaporti, la cui scadenza, unitamente alla chiusura delle Rappresentanze diplomatiche dei Paesi esteri, rende complicato il rinnovo dei permessi di Soggiorno;
- la necessità di rivedere i redditi necessari per la permanenza in Italia, perché la crisi ha reso più complicato il mantenimento del reddito;
- la necessità di aumentare la durata dei permessi di attesa occupazione, sempre a causa delle difficoltà derivanti dalla crisi;
- la necessità di provvedere con assunzioni presso gli Uffici competenti all’espletamento delle procedure di rilascio e rinnovo dei permessi di soggiorno, visti, ecc..
Questo è necessario se si vogliono dare risposte più rapide alle domande di regolarizzazione che, sono state presentate con la cosiddetta Legge di emersione del 2020.
Ancora oggi, dopo sette mesi la quasi totalità dei richiedenti non ha ricevuto una risposta attendendo un permesso di soggiorno e Cgil Cisl e Uil restano in attesa dei numeri esatti delle richieste esaminate.