Dichiarazione congiunta delle segreterie di Filcams Cgil Bologna, Fisascat Bologna e Uiltucs Bologna su Eurospin
A seguito del rifiuto da parte dell’azienda alla sottoscrizione di un accordo per la costituzione dei comitati per la sicurezza, in applicazione dei protocolli condivisi tra governo e parti sociali Filcams Fisascat e Uiltucs hanno proclamato sciopero nazionale, con articolazioni delle iniziative di protesta territoriali.
A Bologna, si sciopererà il 14 agosto per l’intera giornata, con presidio di tutti i lavoratori del territorio presso il Punto Vendita di San Lazzaro, a partire dalle ore 9.
Il confronto ha condotto ad una rottura inevitabile, determinata dall’indisponibilità di Eurospin a riconoscere una concreta e necessaria partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori all’interno dei comitati previsti dal DPCM 26 Aprile , il cui scopo è definire soluzioni condivise che garantiscano condizioni di lavoro sicure.
Già da tempo le organizzazioni sindacali e i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza denunciavano il mancato rispetto delle linee guida in materia di prevenzione del contagio da Covid-19.
Eurospin si è infatti distinta per la scarsa attenzione al contingentamento degli ingressi dei clienti, al distanziamento all’interno dei punti vendita e per l’indisponibilità ad effettuare sanificazioni e pulizie con personale qualificato.
Negligenze che mettono in pericolo tanto i lavoratori quanto i clienti!!! Tutto questo si somma alla discontinuità e ai ritardi nella fornitura dei dispositivi di protezione individuali compromettendo relazioni sindacali già complesse.
Ancora più grave se si pensa che parliamo di un gruppo in forte espansione e con utili importanti, e che nonostante ciò propone modalità di confronto arroganti rifiutandosi di accogliere le legittime richieste di tutela della salute di lavoratrici e lavoratori.
La logica del profitto aziendale segue dinamiche che non ammettono deroghe, neanche in tempo di pandemia, e gli eroi osannati fino a ieri sono già dimenticati, e a quanto pare, sacrificabili sull’altare del fatturato.
Oggi questi lavoratori sono in sciopero per ricordare che la sicurezza nei luoghi di lavoro non è merce di scambio e che la spesa è davvero intelligente solo se riesce a conciliare risultati commerciali con diritti e tutele».