Dichiarazione Fp Cgil di Bologna, Cisl Fp di Bologna e UilPa di Bologna su Soprintendenza
Le scriventi OO.SS., raccogliendo l’estremo malessere delle lavoratrici e dei lavoratori, esprimono tutto il loro dissenso sullo spacchettamento in due Istituti, disposto con il D.M. 270 del 5 settembre 2004, della Soprintendenza Abap: per la Città metropolitana con sede a Bologna e per le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara con sede a Modena.
Nella prospettiva dell’applicazione di una riorganizzazione che già necessiterà di anni per andare a regime, aggravare ulteriormente la situazione degli uffici territoriali con irragionevoli scissioni di istituti non rispondenti a reali esigenze amministrative risulterebbe davvero inaffrontabile per i dipendenti che già vivono una situazione di grande affanno a causa di una grave carenza di personale nella pianta organica rispetto alla mole di lavoro sempre crescente. È altresì grave rilevare che la divisione dell’Ufficio è stata una disposizione attuata d’imperio senza che ci sia mai stato, se non un confronto, almeno un accenno con le parti sindacali e con il personale.
Di seguito si elencano le criticità più rilevanti e gravi:
- Lo spostamento della sede su Modena non risponde affatto all’esigenza di vicinanza al territorio in quanto non tiene conto dell’effettiva organizzazione territorialee della rete di trasporti che gravita e converge sulla città di Bologna, che serve direttamente le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, trovandosi in una posizione geograficamente strategica.
- Per ciò che attiene gli aspetti di svolgimento delle attività lavorative, con lo spacchettamento della Soprintendenza di Bologna si concretizza la problematica legata all’uso degli archivi non solo da parte dell’utenza esterna, a cui si arrecherebbe un ingente disservizio, ma anche del personale dipendente, che si troverebbe in grave difficoltà nel normale espletamento dell’attività istruttoria. La già difficile gestione degli attuali archivi, che dalle precedenti riforme riportano una dislocazione inefficiente (per esempio attualmente l’archivio di Ferrara si trova dislocato tra Ravenna, Bologna e Ferrara), verrebbe ulteriormente aggravata da ulteriori divisioni.
- L’istituzione di un nuovo Ufficio a Modena comporterebbe l’impiego di ulteriori risorse pubbliche per l’allestimento dei nuovi locali, senza contare il protrarsi dei tempi per la sua reale attuazione. Risorse che potrebbero essere meglio impiegate nell’adeguamento dei locali già esistenti e delle attrezzature ormai obsolete.
- L’attuale pianta organica presenta gravi carenze, anche in ragione del progressivo aumento del carico di lavoro registrato, che sarebbero ulteriormente aggravate dalla duplicazione delle funzioni tecniche e amministrative, imprescindibili per il normale funzionamento dell’Ufficio, nonostante tutti i lavoratori assicurino la propria attività ben oltre l’orario contrattualmente previsto. L’ennesimo intervento riorganizzativo, non adeguatamente motivato e strutturato a livello della complessiva pianta organica del Ministero gravemente sottodimensionata, porterebbe al tracollo definitivo della struttura.
- Si fa inoltre presente che tale divisione comporterebbe un grave disagio ai dipendenti, dal momento che circa il 95% del personale in servizio risiede a Bolognae provincia. Il trasferimento a Modena potrebbe comportare una media di oltre 3 ore di viaggio al giorno, soprattutto per chi abita in provincia, con le gravissime ripercussioni legate alla cura di figli, dei genitori anziani a carico, e della gestione familiare nel complesso. Il trasferimento a Modena costituirebbe altresì un pesante aggravio anche dal punto di vista economico per le famiglie (babysitter per i bambini o caregiverper gli anziani). Tutti costi inaffrontabili visti gli esigui stipendi dei lavoratori del pubblico impiego. Si rappresenta che lo spacchettamento della sede avrebbe inoltre gravi ripercussioni sulle legittime aspettative di molti colleghi che in tempi recenti hanno partecipato a procedure concorsuali o di mobilità volontaria e hanno scelto la Soprintendenza di Bologna come sede di assegnazione. Non è giusto che siano le lavoratrici e i lavoratori a pagare scelte organizzative scellerate.
- Come più volte rappresentato da istituzioni e media, l’Emilia-Romagna è la regione con maggiore capacità di spesa e realizzazione dei progetti PNRRe questa divisione comporterebbe notevoli ritardi e disguidi dal punto di vista amministrativo e gestionale di procedure legate a finanziamenti con tempistiche predeterminate e non derogabili.
- All’interno di questo territorio ricadono i comuni che rientrano nel cratere del terremoto del 2012, che vede ancora gli uffici territoriali del MiC impegnati per il completamento dei lavori di ricostruzione e restauro garantendo una gestione efficiente ed organica che verrebbe meno con lo spacchettamento in due istituti.
Si confida in un ripensamento in extremis di questo progetto di smembramento e si preannuncia comunque una forte mobilitazione per fermarlo!