Dichiarazione del segretario generale Uil Emilia Romagna, Marcello Borghetti su Cig Emilia Romagna
«Crescono i numeri della cassa integrazione sul territorio regionale. A lanciare l’allarme il focus cassa integrazione elaborato dall’ufficio studi della Uil. Nella Regione Emilia Romagna, se analizziamo i dati del primo quadrimestre 2024, si registrano 18,5 milioni di ore autorizzate di ammortizzatori sociali (cassa integrazione e fondi di solidarietà gestiti dall’Inps) in aumento del 76,3% rispetto allo stesso periodo del 2023. Da precisare che i dati dello studio non comprendono FSBA (sostegno al reddito artigiano) e il fondo somministrati.
Guardando alla sola cassa integrazione le ore autorizzate sono circa 18,3 milioni con un aumento del 78,5% sul 2023, posizionando la Regione al terzo posto per maggior incremento sul piano nazionale. Da segnalare che il 67,5% di queste ore pari a 12.330.392, sono cassa integrazione ordinaria, ovvero nuove aziende che subentrano in crisi. Da segnalare che l’97% della cassa integrazione in Emilia Romagna pari a ore 17.689.370, interessa il settore dell’industria.
Raffrontando il primo quadrimestre 2024 con quello 2023, ad eccezione di Piacenza e Ferrara tutte le Province registrano un aumento di cassa integrazione: Bologna del 92,1% pari a 4.098.918 ore, Forlì Cesena del 61,4% pari a 1.054.005 ore, Modena del 61,2% pari a 4.013.184 ore, Parma del 119,7% pari a 567.153 ore, Ravenna del 106.1% pari a 1.209.239 ore, Reggio Emilia del 135,2% pari a 2.617.095 ore, e Rimini del 287% pari a 3.294.207 ore. Uno studio dal quale si evince che le organizzazioni sindacali sono fortemente impegnate a firmare più verbali di cassa integrazione, quando il tema di questi tempi dovrebbe essere legato al rilancio della contrattazione di secondo livello per recuperare potere d’acquisto.
La Uil Emilia Romagna esprime dunque preoccupazione per questi numeri che contrariamente alla narrazione che racconta di una economia in espansione con crescita dell’occupazione, mostrano un quadro complicato. Evidentemente anche a causa dell’instabilità a livello mondiale, vi sono cali di ordinativi e di fatturato, ma la situazione merita un approfondimento anche da parte del Governo per individuare interventi di rilancio.
Ribadiamo che per spingere l’acceleratore su sviluppo e buona occupazione, occorrono interventi a favore dell’economia reale. Occorrono forti misure di alleggerimento fiscale per favorire i consumi di lavoratori e pensionati, la rivalutazione delle pensioni, i rinnovi contrattuali, investimenti pubblici e privati mirati alla crescita di occupazione di qualità. Sarebbe bene che su questi dati, finita la campagna elettorale, il Governo convochi le parti sociali per accordare impegni precisi»