«Sono state 80 le aggressioni di detenuti nei confronti di appartenenti alla Polizia penitenziaria nei soli primi quattro mesi dell’anno in Emilia Romagna, mentre addirittura 444 sono stati gli episodi di resistenza e ingiuria a pubblico ufficiale». A darne comunicazione è Domenico Maldarizzi Segretario Nazionale della Uil PA Polizia Penitenziaria
«Se consideriamo il dato nazionale sono state ben 1.187 le aggressioni di detenuti nei confronti di appartenenti alla Polizia penitenziaria nei soli primi quattro mesi dell’anno, mentre addirittura 3.349 sono stati gli episodi di resistenza e ingiuria a pubblico ufficiale. Numeri allarmanti e senza precedenti quelli appena comunicati dall’Ufficio Attività Ispettiva e di Controllo del Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, che certificano lo stato di degrado, di violenza e di difficoltà di gestione delle carceri», spiega Gennarino De Fazio, segretario generale della UILPA Polizia Penitenziaria.
«Con 221 aggrediti, è il distretto Toscana-Umbria a guidare la speciale classifica di inaudita violenza, seguito da Sicilia (161), Campania (130), Piemonte-Liguria-Valle d’Aosta (128), Lazio-Abruzzo-Molise (101), Veneto-Trentino A.A.-Friuli V.G. (101), Lombardia (94), Emilia Romagna-Marche (80), Calabria (76), Puglia-Basilicata (58) e Sardegna (37). Dati, che seppur da comparare con la densità detentiva dei singoli distretti, dove l’incidenza del fenomeno potrebbe essere diversa rispetto ai numeri assoluti, restituiscono una fotografia di gravità inaudita di tutto il territorio nazionale. Peraltro, la Polizia penitenziaria è stretta fra l’incudine della violenza dei detenuti e il martello delle inchieste della magistratura, considerato che pressoché a ogni intervento necessario per ristabilire un minimo di ordine e sicurezza partono le denunce degli stessi autori dei disordini, molto spesso, nel solo tentativo di precostituirsi un alibi. Non è raro, ormai, che le donne e gli uomini del Corpo, solo per fare il proprio dovere, si sentano dire da ristretti che faranno la fine dei colleghi di Santa Maria Capua Vetere o di Reggio Emilia, etc.», spiega il segretario della UILPA PP.
«Del resto, se si considerano anche 34 suicidi fra i detenuti e 4 nella Polizia penitenziaria, omicidi, stupri, violenze e traffici illeciti di ogni genere, il paragone delle odierne prigioni a teatri di guerra non sembra affatto esagerato.
Allora è di tutta evidenza che una situazione emergenziale, anche per il sovraffollamento detentivo, sono 14mila i detenuti in più, e l’insufficienza di operatori, al Corpo di polizia penitenziaria mancano 18mila unità, non possa essere efficacemente affrontata con misure e strumenti ordinari», aggiunge il sindacalista.
«Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, il Governo Meloni e il Parlamento tutto ne prendano atto e varino un decreto carceri per affrontare le questioni preminenti e, parallelamente, si avvii un percorso di riforme complessive per l’intero apparato d’esecuzione penale e, particolarmente, per quello inframurario. Presto, nostro malgrado, si toccherà un punto di non ritorno», conclude De Fazio.
«Anche per queste ragioni – incalza Domenico Maldarizzi – giovedì 17 maggio anche la UIL PA Polizia Penitenziaria sarà presente in Piazza Maggiore a Bologna con il nostro segretario generale UIL, Pier Paolo Bombardieri, nell’ambito dell’iniziativa per la campagna della UIL #Zeromortisullavoro che si propone sia di ricordare chi è morto sul posto di lavoro sia di sollecitare la politica e il Governo a mettere in campo tutti i provvedimenti necessari a rafforzare la prevenzione, a investire in sicurezza e a sanzionare giustamente i trasgressori anche nel pianeta carceri».
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