Dichiarazione congiunta delle segreterie di Bologna di Fp Cgil, Cisl Fp e Uilpa Uil su Archivio di Stato
In piazza de’ Celestini, nel cuore della Bologna medioevale, nell’ex Convento dei monaci Celestini, c’è la sede dell’Archivio di Stato di Bologna. Un ente prestigioso, tra i più frequentati d’Italia, istituito con R.D. nell’ottobre 1874, che coi suoi 38 km circa di scaffalature custodisce la memoria storica della Città e del territorio della sua provincia. Qui gli studiosi trovano preziosi materiali e assistenza qualificata di personale del servizio pubblico dei Beni Culturali competente e dedito a custodire e valorizzare un’eccellenza assoluta.
Questo grande patrimonio di documentazione e di professionalità, sta vivendo una grave crisi legata ad una carenza crescente di personale, con il 40% di scopertura dell’organico. Solo il senso di responsabilità dei lavoratori e la consapevolezza di svolgere un fondamentale servizio pubblico fa sì che l’Archivio apra ancora i propri battenti a chi necessiti di consultarne la documentazione non solo per la ricerca storica, ma anche per la tutela dei propri diritti.
La gravità della situazione è emersa con chiarezza nel corso degli ultimi confronti sindacali: con gli imminenti pensionamenti, è stato comunicato, l’ulteriore riduzione di servizi al pubblico sarà inevitabile, con tutte le ripercussioni che questo comporterà.
L’Archivio per legge svolge funzioni di tutela e valorizzazione dei beni che ha in consegna: le risorse umane servono anche per garantire la conservazione del patrimonio, attraverso la progettazione e l’esecuzione di interventi da parte di personale qualificato.
Anche la Scuola di archivistica, paleografia e diplomatica annessa all’ Archivio di Stato di Bologna, una delle 17 in tutta Italia, nella quale si organizzano i corsi di specializzazione per archivisti, è in sofferenza per carenza di personale, ed è concreto il rischio di disperdere alte professionalità e di non prepararne di nuove.
Noi intendiamo ritornare alle 60 ore di apertura settimanale indicate nella “carta della qualità dei servizi”, riteniamo si possa e si debba, assumendo il personale necessario già previsto in pianta organica, con regolari concorsi pubblici nel rispetto della dignità delle persone.
Le lavoratrici e i lavoratori dell’Archivio di Stato, con la loro legittima mobilitazione, segnalano alla cittadinanza tutta che “il mondo della cultura ci chiede conto ed esige rispetto”. Sentono la responsabilità e l’orgoglio di prestare la propria attività a servizio di un ente culturale, consapevoli della grande ricchezza del materiale che quotidianamente movimentano e contribuiscono a conservare.
A questi lavoratori non possiamo che garantire tutto il nostro appoggio e sostegno, a partire dal rendere di dominio pubblico la gravissima condizione di abbandono in cui versano l’Archivio di Stato e tanti altri enti della Cultura e, dunque, di civiltà del nostro Paese.