Dichiarazione della segreteri di UilPa Polizia Penitenziaria su Ipm di Bologna
«A pochi mesi dai gravi disordini scoppiati al Pratello di Bologna prima di Natale l’Istituto è tornato nuovamente ai limiti di capienza». A darne notizia è Domenico Maldarizzi Segretario Nazionale della Uil PA Polizia Penitenziaria
«Ma la cosa più triste e vergognosa è vedere dei ragazzi minori dormire con materassi per terra – continua Maldarizzi – in una missiva urgente a tutte le autorità della giustizia minorile abbiamo richiesto nuovamente uno sfollamento dell’Istituto che oggi presenta un numero elevato di detenuti per questa struttura, aggravata ancor di più dalla inagibilità di tre camere detentive, ricordando che l’Istituto, se pur ristrutturato, è pur sempre un edificio riadattato ad istituto penitenziario con corridoi stretti e distribuito in più piani e, portare la capienza dello stesso ad oltre 40 ristretti, con un numero sempre maggiore di maggiorenni e senza un aumento adeguato di personale di Polizia Penitenziaria, oltre che dell’area educativa, non può che ricadere il tutto in un aumento del clima di tensione tra i minori ristretti che, molte volte, sfociano in eventi critici continui proprio come successo prima di Natale.
Il personale è esausto – chiosa il sindacalista – turni di servizio prolungati e continuamente richiamati in servizio per garantire quel minimo di sicurezza e, l’interlocuzione con il Sottosegretario alla Giustizia Ostellari e con il Direttore Generale del personale del DGMC Dott. Cacciapuoti non ha sortito nessun effetto, anzi tolgono per un mese anche il Comandante di Reparto per partecipare a Roma all’annuale della Festa del Corpo.
Se la finalità della pena – ricorda Maldarizzi – è e deve essere sempre riabilitativa e rieducativa, come previsto dal nostro ordinamento penitenziario e dalla nostra Costituzione, per tutte le istituzioni deve essere una priorità assoluta restituire alla normalità e a prospettive proprie della loro giovane età dei ragazzi che spesso, per primi, hanno subito violenza.
Per questo, quei ragazzi, non possono essere considerati dei numeri e la capienza di quella struttura non può essere valutata solo sulla base dei letti e delle celle a disposizione.
Ciascuno di loro – conclude il Segretario Domenico Maldarizzi– deve poter continuare a contare su un personale adeguato che possa seguirlo da vicino e quotidianamente e su progetti educativi personalizzati, quelli che in questi anni hanno aiutato diversi di loro ad ottenere il diploma e a iscriversi all’Università cosa che oggi, con questi numeri non è possibile attuare!».