Dichiarazione congiunta delle segreterie di Fp-Cgil Bologna e Uiltrasporti Emilia-Romagna su spazzamento e raccolta rifiuti a Bologna
A un anno esatto dalla nostra denuncia al Sindaco Metropolitano, ai Sindaci dei Comuni e ai Cittadini, dell’arbitrario e per noi ingiustificato spostamento di lavoratori dalle abituali sedi operative e della spartizione dei servizi di spazzamento e raccolta dei rifiuti tra i soggetti che compongono l’RTI (Raggruppamento Temporaneo di Impresa costituito da HERA Holding Energia Risorse Ambiente S.p.a., G. Brodolini Società Cooperativa a r.l. e Consorzio Stabile ECOBI Società Consortile a R.L.), affidataria della concessione del servizio pubblico di gestione integrata dei rifiuti urbani nel bacino territoriale di Bologna, a seguito di bando di gara promosso da ATE-RSIR (Agenzia Territoriale dell’Emilia-Romagna per i Servizi Idrici e Rifiuti), ancora non ci siamo:
- Organizzazione omogenea del servizio di raccolta e spazzamento su tutto il territorio metropolitano;
- Applicazione del “CCNL Unificato Servizi Ambientali” a tutte le Lavoratrici e Lavoratori impiegati nel servizio di raccolta e spazzamento;
- Continuità operativa e adeguata distribuzione degli organici sui diversi cantieri del territorio metropolitano;
- Definizione di progetti di inclusione sociale, in stretto raccordo con le Istituzioni pubbliche del territorio, per favorire l’inserimento al lavoro di soggetti disabili e/o socialmente svantaggiati, secondo una logica di omogeneità ed equilibrio al fine di favorire una reale integrazione e non produrre ricadute negative sul servizio e sugli operatori tutti.
- Piano Formativo per la valorizzazione delle competenze professionali e per l’apprendimento di conoscenze specialistiche al fine di perseguire condizioni di elevata professionalità, efficienze e qualità del servizio, che coinvolga tutti i lavoratori dei servizi in concessione.
- Salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, occorre un tavolo paritetico che si ponga l’obbiettivo di prevenire ed eliminare i rischi per la sicurezza individuale e collettiva e per migliorare l’ambiente e le condizioni di lavoro, attraverso gli strumenti della prevenzione, protezione e programmazione e del monitoraggio delle azioni intraprese.
Sono i temi principali che come organizzazioni sindacali da molti mesi abbiamo sollevato con proposte di merito che l’RTI ha deciso di non prendere in considerazione.
Nemmeno l’incontro che, su nostra richiesta, si è svolto lo scorso 10 Novembre con la Città Metropolitana, Atersir e i soggetti che compongono l’Rti ha, ad oggi, sortito alcun effetto.
Nel frattempo però, come nell’anno passato, l’Rti sta continuando a mettere in atto scelte unilaterali che, dal nostro osservatorio – quello delle lavoratrici e lavoratori del servizio – hanno prodotto e continueranno a produrre una serie di problemi:
- Primo tra tutti un fenomeno di Dumping contrattuale
Nonostante il CCNL Unificato Servizi Ambientali definisca l’applicazione dello stesso a tutti gli operatori impiegati nel servizio, con l’unica deroga volta a favorire percorsi di inserimento lavorativo di persone portatrici di un disagio certificato (L. 381/91) e nonostante il bando di gara per “l’affidamento in concessione del servizio pubblico di gestione integrata dei rifiuti urbani”, ci dice Atersir, sia stato predisposto considerando i tabellari del CCNL di settore Servizi Ambientali, riscontriamo un incremento di lavoratrici e lavoratori impiegati nel servizio ai quali, pur non avendo alcuna caratteristica di disagio certificato, viene applicato un contratto diverso – quello della cooperazione sociale – che prevede trattamenti contrattuali notevolmente più bassi.
A tal proposito occorre evidenziare che tra i soggetti che compongono la Rti, Hera S.p.a e G. Brodolini Società Cooperativa a r.l., applicano ai propri dipendenti il CCNL di settore Servizi Ambientali. La Fraternità Coop. Sociale e le altre Coop sociali del Consorzio Stabile Ecobi, applicano ai propri dipendenti (che siano portatori o non di disagio) il CCNL della cooperazione sociale.
- Possibile disomogeneità del servizio di raccolta e spazzamento sul territorio metropolitano.
Esclusi dalla possibilità di avere un confronto, siamo stati solo informati dalla Rti della ripartizione territoriale, tra i soggetti che la compongono, per quanto attiene il servizio di raccolta e spazzamento.
Esemplificativa la ripartizione sul Comune di Bologna del servizio di spazzamento: nel centro storico sarà in capo a Brodolini e svolto quindi da operatori ai quali viene applicato il CCNL di settore (compresi gli spazzini di quartiere); la parte a ponente della città, dal prossimo 1 dicembre sarà in capo alla Coop. Soc. La Fraternità e svolto da operatori ai quali viene applicato il CCNL della cooperazione sociale (compresi gli spazzini di quartiere); stessa situazione nella parte a levante della città a partire da marzo 2023.
Ugualmente esemplificativi i cambi di titolarità per quanto attiene al servizio di raccolta negli ambiti territoriali di Casalecchio di Reno, Sasso Marconi e della Pianura (Ozzano, Granarolo e Castenaso) nei quali dopo una prima ripartizione in capo al consorzio Ecobi (La Fraternità), da Dicembre 2022 torneranno in capo a Brodolini.
- Spostamento e cambio di mansioni dei lavoratori.
La ripartizione territoriale e la definizione di chi fa che cosa, decise dalla Rti in riferimento ai servizi di raccolta e spazzamento, seppur i soggetti che compongono la Rti stessa ci abbiano rassicurato circa la garanzia occupazionale dei dipendenti impiegati in tali servizi (e ci mancherebbe altro vista la situazione di crisi globale di contesto), si sta determinando, complice anche l’applicazione di CCNL diversi, lo spostamento di lavoratrici e lavoratori dai luoghi nei quali hanno prestato la loro attività per anni e il cambio di attività.
In mancanza ancora di un confronto di merito e fattivo sulle questioni più sopra elencate in riferimento all’organizzazione del servizio e del lavoro, all’applicazione del CCNL di settore, alla continuità operativa e alla distribuzione degli organici, alla definizione di progetti di inclusione sociale, alla formazione e alla sicurezza sui luoghi di lavoro, siamo costretti ad affermare che ancora non ci siamo e la misura è colma.
Come Organizzazioni Sindacali siamo sicuramente dalla parte delle lavoratrici e dei lavoratori ma anche dalla parte dei cittadini.
Si tratta di servizi pubblici, dati in concessione dalle Istituzioni Pubbliche, finanziati da risorse pubbliche, e dalle tariffe che ogni cittadino paga per avere un servizio omogeneo e di qualità indipendentemente dal territorio nel quale risiede. E per questo occorre attenzione e cura alla condizione di chi lavora, in questi servizi come negli altri. Non ci possono essere trattamenti e condizioni contrattuali diverse per chi fa le stesse mansioni e non si possono spostare le lavoratrici e i lavoratori da una parte all’altra come si fa con i pomodori sui ripiani del frigorifero.
Mentre scriviamo, siamo stati informati di una convocazione ad un incontro con l’Rti per il prossimo 23 dicembre. Andremo e continueremo a porre le questioni fino ad oggi irrisolte.
Ma affermiamo fin da ora che non attenderemo oltre e che se non troveremo riscontro da parte della Rti ai temi posti, siamo pronti ad avviare percorsi di mobilitazione.