Dichiarazione congiunta delle segreterie di Cgil-Cisl-Uil dell’Emilia Romagna e di Slc Cgil – Fistel Cisl – Uilcom Uil dell’Emilia Romagna su Tim (Foto: Gianni Schicchi)
L’adesione allo sciopero è stata pressoché unanime (al netto dei comandati per garantire il servizio come previsto dalla legge), mentre sono stati oltre 300 le lavoratrici e i lavoratori da tutta l’Emilia-Romagna al presidio di questa mattina davanti alla sede della Regione a Bologna.
Un’alta partecipazione che ha visto anche la solidarietà di delegati e delegate di altre aziende del settore (Vodafone, Wind ecc) e di numerose altre categorie.
La mobilitazione di oggi vuole evitare che il 2 marzo, quando si terrà il cda della Tim, si concretizzi il rischio di uno spezzatino dell’azienda, con l’avvio a un nuovo ciclo di tagli occupazionali e compressione di diritti e salari. Si tratta di una vertenza per la difesa della integrità di una azienda strategica, per la difesa dell’occupazione nel settore e una vertenza di tutto il Paese per il diritto alla connettività. Oltre a denunciare un governo che rinuncia a ogni ruolo pubblico sullo sviluppo infrastrutturale della rete a banda ultralarga, condannando l’Italia a rimanere in quello stato di arretratezza in cui è precipitata dalla privatizzazione della Telecom in poi.
Ancora oggi circa il 40% dei cittadini italiani è di fatto tagliato fuori dalle potenzialità garantite dalla connessione ultraveloce. I rapporti DESI (indice di digitalizzazione della economia e della società), collocano il nostro Paese al ventesimo posto nella Europa dei 27. Al termine della manifestazione siamo stati ricevuti dall’assessore al Lavoro e allo Sviluppo Economico Vincenzo Colla che ha espresso piena solidarietà alle motivazioni della nostra vertenza. Alla Regione abbiamo chiesto di convocarci per un confronto sulla condizione della connettività nel nostro territorio, a partire da una analisi sulla mappatura delle aree bianche (quelle a “fallimento di mercato”), e più in generale sullo stato degli obiettivi previsti nel Patto regionale per il lavoro e per il clima per la realizzazione di una “rete unica” e il diritto alla connettività. Inoltre, abbiamo chiesto all’assessore di definire un osservatorio per controllare gli appalti nel settore, in particolare per i call center, che sono i settori più fragili di questa filiera, quelli più esposti a effetti di compressione di salari e diritti.