Dichiarazione congiunta delle segreterie di Fp Cgil Emilia-Romagna; Fit Cisl Emilia-Romagna; Uiltrasporti Emilia-Romagna e Fiadel Emilia-Romagna su sciopero servizi ambientali
Sciopero nazionale lunedì per il rinnovo dei due CCNL dei servizi ambientali (Utilitalia e Fise) scaduti da quasi tre anni. Dopo una trattativa durata 27 mesi che non ha prodotto alcun risultato, arriva anche in Emilia-Romagna la mobilitazione che riguarda oltre 6 mila lavoratori e lavoratrici.
In regione lunedì si terranno diversi presidi: a Piacenza (sede Iren, strada Borgoforte 22, dalle 10 alle 13), Parma (sede Iren ingresso impianti via Ventura, dalle 8 alle 13), Reggio Emilia (piazza Prampolini, dalle 10 alle 12), Modena (sede Hera, via Tirassegno 51, dalle 4,15 alle 12), Carpi (sede Aimag via Watt 2, dalle 5 alle 12), Ferrara (sede Herambiente Via Finati 41/43, dalle 10 alle 13), Bologna (sede Hera a Granarolo via del Frullo 5, dalle 7 alle 13), Ravenna (Prefettura, piazza del Popolo, dalle 9 alle 12) e Rimini (sede Hera Via Consolare 80, dalle 7 alle 13).
I sindacati chiedono un contratto unico di filiera, che contrasti il dumping contrattuale e il riconoscimento economico per il mancato rinnovo; il rafforzamento delle relazioni industriali; più norme e prevenzione per la salute e sicurezza in un settore tra i primi per infortuni (anche mortali); norme contro la precarietà e il consolidamento della formazione continua; adeguamento e miglioramento della classificazione del personale; esigibilità delle clausola sociale in un settore troppo soggetto ai cambi d’appalto. Di fronte a queste imprescindibili richieste, la parte datoriale chiede di abbassare le tutele contrattuali, abbassando le retribuzioni (se non con aumenti collegati solo ai contratti di appalto e aumentando l’orario di lavoro), proponendo un ulteriore precarizzazione dei rapporti di lavoro.
Un atteggiamento irresponsabile in un settore strategico, poiché la gestione dei rifiuti è rilevante per tutti i cittadini e per la tutela dell’ambiente. Lo sciopero di lunedì sarà solo il primo atto di una serie di mobilitazioni, qualora aziende e amministratori pubblici non intendano intervenire con senso di responsabilità per invertire il senso di marcia finora adottato.