Dichiarazione congiunta di Antonio Mattioli (Cgil Emilia Romagna); Ciro Donnarumma (Cisl Emilia Romagna); Luigi Foschi (Uil Emilia Romagna); Barbara Maccato (Confartigianato Emilia Romagna); Lauro Borsato (Cna Emilia Romagna) su artigianato
Sono decine di migliaia nel paese, in regione sono 36.500 occupati in 9.200 imprese, le lavoratrici e i lavoratori attualmente sospesi dal lavoro a causa della crisi provocata dalla pandemia che non ricevono quanto gli è dovuto.
Pur in presenza degli accordi sottoscritti tra le parti sociali e l’attivazione dell’ammortizzatore sociale (FSBA), la mancata copertura finanziaria da parte del governo impedisce ai lavoratori coinvolti di avere il riconoscimento del proprio reddito e della contestuale posizione contributiva.
La situazione sta diventando insostenibile e ritardi del governo nella promulgazione dei decreti necessari a garantire la copertura finanziaria degli ammortizzatori sociali sono incomprensibili ed inaccettabili.
L’artigianato, motore del manifatturiero dell’Emilia Romagna e del paese, continua ad essere messo ai margini del sistema produttivo ed economico.
Se da una parte la pandemia ha palesato le criticità del sistema di ammortizzatori sociali nel paese, per il quale è inderogabile l’avvio di un confronto finalizzato ad individuare una soluzione strutturale in grado di garantire il mantenimento dei livelli occupazionali e la tutela del reddito dei lavoratori coinvolti nelle crisi che di volta in volta si determinano, dall’altra impone la scelta di destinare le risorse necessarie per rispondere al contingente: il contingente significa garantire il reddito di chi lavora
E’ evidente che non c’è più tempo: pena il rischio concreto del collasso del sistema produttivo dell’intero comparto e la crescita di tensioni sociali i cui effetti non possono essere prevedibili.