Dichiarazione congiunta delle segreterie di Fp Cgil e Uil Fpl di Bologna su smart working in Comune a Bologna
La situazione epidemiologica, che ha portato la nostra Regione nella zona arancione, ha determinato un retro front, doveroso quanto tardivo, del Comune di Bologna in tema di giornate in presenza del personale dipendente.
Come FP CGIL e UIL FPL, riteniamo che in un momento complesso come quello attuale l’amministrazione comunale avrebbe dovuto adottare, sin dall’inizio degli incrementi dei contagi e non a situazione data, un provvedimento atto a contenere, con ogni tipo di misura, la salvaguardia della salute pubblica (il passaggio da 2 a 3 giorni in presenza ha movimentato circa 8.000 persone, in un mese, quali ipotetiche occasioni di contagio).
Ricordiamo all’amministrazione, dal Sindaco al Direttore Generale, che lo stato di agitazione proclamato dalle segreterie nazionali delle nostre organizzazioni sindacali parte sì dal rinnovo dei contratti, ma attraversa altre tematiche quali lo appunto lo smart working, il cui decreto ministeriale di regolamentazione è stato dichiarato totalmente irricevibile perché non da risposte ai lavoratori, lasciando in mano a pochi la regolamentazione di ciò che deve essere oggetto di coinvolgimento e di confronto.
Abbiamo sempre dichiarato che il tema dello smart working non era esclusivamente una questione di numeri ma di relazioni sindacali, di valorizzazione del confronto e della contrattazione locale.
Proprio su questi ultimi punti chiediamo pertanto, sin da subito, l’apertura di un tavolo specifico.
Rispediamo al mittente ogni azione unilaterale, come rigettiamo ogni logica per la quale, un “colore” attribuito ad una regione, determini automatismi degli istituti contrattuali e quindi dei diritti del personale che orgogliosamente NOI ascoltiamo e rappresentiamo.
Queste sono le ragioni per le quali FP CGIL e UIL FPL manterranno vivo lo stato di mobilitazione nei confronti del Comune di Bologna».