Dichiarazione congiunta delle segreterie generali di Filcams Cgil ER, Fisascat Cisl ER, Uiltucs Uil ER su test sierologici in farmacia
Pur condividendo gli obiettivi contenuti nell’accordo sui test diagnostici rapidi per la ricerca degli anticorpi anti SARS-CoV-2, siglato tra la Regione Emilia-Romagna e le associazioni di categoria delle farmacie convenzionate, evidenziamo come molti aspetti legati alla salute e sicurezza dei lavoratori non siano stati opportunamente valutati. L’intero settore manca, sia a livello nazionale che a livello regionale, di uno specifico protocollo di prevenzione e sicurezza.
Nonostante ciò, non sono stati costituiti i comitati per la sicurezza (previsti dal protocollo nazionale del 24 aprile 2020, interamente recepito nel DPCM del 26 aprile 2020). In particolare, Federfarma ER, ad oggi, nonostante le nostre richieste e sollecitazioni, non ha dato la sua disponibilità a costituire i comitati territoriali per la sicurezza, tanto meno a definire un accordo specifico di settore, ritenendo così sufficiente l’applicazione delle norme generali introdotte dal protocollo nazionale.
Non possiamo fingere che, in mancanza di idonee misure di sicurezza e organizzative, la scelta della farmacia come luogo per effettuare i test sierologici non esponga a maggiori rischi di contagi.
Se lo scopo dell’accordo è quindi assolutamente condivisibile, e conferma il ruolo di presidio sanitario territoriale delle farmacie, è indubbio che queste dovranno al contempo fare i conti con flussi di ingresso maggiori e al momento non prevedibili.
Cittadini e dipendenti non possono essere esposti a rischi perché non c’è stata la volontà di definire e declinare gli strumenti normativi previsti per la tutela e il monitoraggio della sicurezza sul lavoro.
Perché se da un lato è indubbio il ruolo di primo presidio sanitario che le farmacie territoriali svolgono, dall’altro purtroppo i farmacisti dipendenti sono spesso dimenticati. Anch’essi eroi sanitari, importanti e silenziosi, durante il periodo del lockdown hanno assicurato un servizio essenziale basilare ed importante. Ma nonostante ciò, i dipendenti delle farmacie private non solo aspettano un rinnovo contrattuale da oltre 7 anni, ma sono anche gli unici lavoratori del settore sanitario che non hanno avuto alcun riconoscimento economico per l’impegno profuso e le difficoltà affrontate durante il culmine dell’emergenza sanitaria.
Oggi è necessario che a loro venga garantito il rafforzamento delle misure necessarie a tutela della salute e della sicurezza. Per questo chiediamo a Federfarma ER risposte urgenti e ci aspettiamo che, prima della partenza di questo importante servizio, si possa procedere a chiarire tutti gli aspetti di prevenzione ed organizzativi e costituire i comitati come primo passo per garantire salute e sicurezza».