Dichiarazione congiunta delle segreterie generali di Fai Cisl; Flai Cgil; Uila su rinnovo contratto nazionale
Avevamo annunciato mobilitazioni di fronte allo strappo compiuto da undici associazioni che si sono rifiutate di firmare il rinnovo del contratto nazionale dell’industria alimentare 2019-2023 (sottoscritto nella notte del 31 luglio, dopo dieci mesi di trattative e due giorni di negoziato no-stop, tra Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Uil e Unionfood, Ancit e AssoBirra), e così sarà.
Una scelta incomprensibile, quella delle undici associazioni, dettata solo dall’indisponibilità a riconoscere un aumento economico di 13 euro a partire da aprile 2023. Ma proprio per questo rifiuto, il rinnovo è ancora lontano per le industrie alimentari della nostra regione.
Sono poche, infatti, le aziende emiliano romagnole che aderiscono alle tre associazioni firmatarie, la maggior parte è legata alle restanti federazioni, da Assocarni (macelli) e Assica (salumifici) ad Assobibe (Coca-Cola) Anicav (conserve vegetali). Ma ribadiamo per chi vorrà rinnovarlo: un contratto c’è ed è quello siglato la notte del 31 luglio.
Di conseguenza, Fai, Flai e Uila nazionali hanno deciso di riconfermare il blocco degli straordinari e delle flessibilità fino al 14 ottobre e, a partire dal 9 ottobre, sono state proclamate le prime quattro ore di sciopero.
Una mobilitazione che, anche in Emilia-Romagna, riguarderà le aziende che rientrano nell’area di rappresentanza delle associazioni datoriali che non hanno sottoscritto tale accordo e che non hanno espresso l’adesione al contratto sottoscritto il 31 luglio.
Un contratto importante, che riconosce un aumento salariale assolutamente appropriato (di 119 euro a regime) a cui si aggiungono 5 euro di welfare e 30 euro che verranno erogati a tutti i lavoratori per i quali non viene svolta la contrattazione di secondo livello».