Dichiarazione congiunta delle segreterie di Flc Cgil ; Cisl Scuola Fsur; Uil Scuola Rua su Engim Cesena
Le OOSS FLC CGIL CISL Scuola UIL Scuola RUA dell’Emilia Romagna, con preoccupazione, apprendono dalla stampa dell’intenzione della Diocesi di Cesena-Sarsina di richiedere al Tribunale il sequestro del complesso del Lugaresi, in cui fin dal 1970 opera l’Ente dei Giuseppini del Murialdo (ENGIM) svolgendo attività di formazione rivolta ai giovani e ai soggetti fragili del tessuto sociale cesenate.
Stupisce la notizia, che se confermata, aprirebbe serie problematiche sia sul versante della partenza, a giorni, delle attività formative programmate e finanziate dalla Regione Emilia Romagna oltre che sul versante della tenuta occupazionale delle lavoratrici e dei lavoratori che sono all’incirca una ventina.
Come anticipato, l’inizio dell’anno scolastico è alle porte. In questo difficile periodo che chiede alle istituzioni scolastiche e formative di organizzarsi per una nuova vita dopo la grave emergenza sanitaria iniziata il 23 febbraio, l’ENGIM Emilia Romagna si potrebbe trovare nella condizione di affrontare un ulteriore e gravissimo problema : quello di venir meno ad una responsabilità etica e di legge, con l’interruzione di un servizio pubblico seppur in convenzione.
Perchè? Perchè la Curia chiede, all’improvviso e incomprensibilmente, l’esproprio dell’edificio in cui si svolgono le attività rivolte ai ragazzi che hanno abbandonato la scuola e gli adulti in situazione di svantaggio sociale.
Nessun elemento aveva fatto presagire un simile comportamento da parte della Diocesi cesenate e nemmeno le OOSS sono mai state informate di una siffatta decisione che coinvolge centinaia di persone e lavoratori.
Dove si recheranno gli oltre 100 ragazzi iscritti ai corsi IeFP che sono un’attività ordinamentale finanziata dalla regione? Si tratta di giovani, usciti dal percorso scolastico tradizionale, dai 15 ai 18 anni che vogliono acquisire una professionalità per entrare nel mondo del lavoro. Che fine farà la garanzia anche per loro e per le loro famiglie di vedersi riconosciuto il diritto allo studio?
Non solo. Le attività formative si rivolgono anche a uomini e donne che hanno perso il lavoro o che il lavoro non lo hanno a causa di gravi disabilità. Come si potranno garantire e dove si svolgeranno le normali attività destinate ad aiutare, sostenere ed accudire questi cittadini fragili?
Inoltre, diverse attività vengono svolte in collaborazione ed in rete con altre istituzioni: l’Asl, l’Asp e gli altri enti di formazione del territorio. Che fine farà questo patrimonio culturale e sociale con il territorio? E perché si interviene di fatto proprio sui più deboli?
E le lavoratrici ed i lavoratori che fine faranno? Come si potrà garantire loro il posto di lavoro e una sede nella quale operare?
Chiediamo alle istituzioni locali di intervenire per impedire questa operazione impegnandosi a trovare una soluzione adeguata, all’ente dei Giuseppini del Murialdo e alla Diocesi di Cesena di dare risposte rassicuranti e soprattutto di incontrare le OOSS in rappresentanza dei lavoratori del settore.