Dichiarazione congiunta delle segreterie di Filcams Cgil (Bo); Fisascat Cisl (Bo); Uiltucs-Uil (ER e Bo) su lavoratori appalti Biblioteche Comunali e Sala Borsa di Bologna
Superata la fase più critica dell’emergenza Covid-19 e il lock-down degli scorsi mesi, l’Italia e la nostra Bologna stanno tornando gradualmente alla normalità seppur nel rispetto delle misure a contrasto del contagio e di distanziamento sociale.
Una spinta, quella del progressivo ritorno alla normalità, che più volte si è trasformata in proclami ed inviti a cittadinanza, studenti e turisti di rincominciare a vivere la città ed occupare i suoi spazi. Tutta la città è in attesa degli eventi culturali e celebrativi dell’estate bolognese.
In contemporanea a tutto questo si consuma la situazione delle lavoratrici e dei lavoratori (Working Soc. Coop.) in appalto nei servizi bibliotecari di Biblioteche Comunali e Sala Borsa che dal 18 maggio hanno riaperto i battenti con un servizio assolutamente ridotto, a singhiozzo e diversificato da struttura a struttura.
Tale situazione non passa inosservata alla cittadinanza e agli utenti che ogni giorno vivono quei luoghi di cultura e li rendono cuore pulsante della città. Cittadini e utenti che, sempre nel rispetto delle nuove regole di sicurezza e anti-contagio che contraddistinguono oggi la nostra vita, chiedono a gran voce – anche proprio a quelle lavoratrici e a quei lavoratori – di poter accedere a quei luoghi e a quei servizi.
Durante il lock-down queste lavoratrici e questi lavoratori, spesso con contratti di lavoro precari di poche ore contrattuali settimanali e retribuzioni mensili che non superano i mille euro – e nonostante ciò affitti da pagare, spese giornaliere e carichi familiari – hanno già vissuto sulla propria pelle le difficoltà e le restrizioni di quasi tre mesi di totale chiusura e di ammortizzatori sociali e ancora oggi subiscono un ritorno al lavoro per non più del 30-45% delle proprie ore. E la situazione sarà ancora più critica già a partire da questo mese e in quelli a venire quando, senza una seria riapertura, diventerà attuale il rischio per la cooperativa datrice di lavoro di dover ricorrere agli ammortizzatori sociali ordinari.
A ciò si aggiunge la preoccupazione dell’imminente scadenza dell’appalto di fine anno, per cui le lavoratrici e i lavoratori dell’appalto ancora oggi non hanno certezze sulle conseguenze che la “crisi” e il superamento dell’Istituzione Biblioteche porterà sul rinnovo dell’appalto e, di conseguenza, dei loro rapporti di lavoro.
Da ormai due settimane le O.O.S.S. territoriali, confederali e di categoria hanno avanzato una richiesta di incontro all’Amministrazione Comunale, al fine di ricevere garanzie sulla riapertura e il ritorno al lavoro dei dipendenti della cooperativa in appalto, nonché sulla certezza del mantenimento dei livelli occupazionali.
Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e UilTucs chiedono al Comune di Bologna di incontrarle al più presto, al fine di dare risposta alle lavoratrici e ai lavoratori dell’appalto, da troppo tempo lasciati nell’incertezza del futuro».