Dichiarazione congiunta delle segreterie di Cgil-Cisl-Uil Emilia-Romagna su protocollo banche-Regione Emilia Romagna
Nelle ultime settimane abbiamo riscontrato numerose criticità rispetto all’anticipazione degli ammortizzatori sociali COVID-19, non anticipati dalle aziende, da parte degli istituti bancari.
Dopo una lettera pubblica inviata ad Abi in data 17 aprile dall’assessore regionale al Lavoro Vincenzo Colla, lo scorso 15 maggio si è tenuto un Tavolo tecnico, richiesto da CGIL, CISL e UIL Emilia-Romagna, così come previsto dal “Protocollo banche”.
In quella sede, tutte le parti hanno condiviso l’impegno a snellire e velocizzare le procedure e le documentazioni richieste dagli istituti bancari affinché l’anticipo dei trattamenti di integrazione al reddito vengano erogati nei tempi più stretti possibili.
Un’accelerazione possibile grazie al superamento, da tutti condiviso, del “Modello SR41” da parte degli istituti di credito e che riguarderà tutte le tipologie di ammortizzatori sociali. Tradotto, le lavoratrici e i lavoratori dovranno presentare (come rivendicato in più occasioni dai sindacati) soltanto la domanda di apertura degli ammortizzatori sociali inviata dall’azienda alla Regione Emilia-Romagna o in alternativa all’Inps.
Una richiesta che riguarda anche le lavoratrici e i lavoratori “non correntisti” (fatto salva la possibilità per le banche di valutare le domande che perverranno). Questo snellimento delle procedure dovrebbe rendere meno gravosa e difficile l’attività dei lavoratori bancari, impegnati in prima linea nelle tante e complesse incombenze di questa fase.
Si tratta quindi, a nostro avviso, di un passo in avanti per l’anticipazione degli ammortizzatori sociali. Ciò nonostante, continueremo a monitorare che gli istituti di credito diano seguito agli impegni presi.
Alla luce di queste precisazioni, chiediamo quindi al sistema bancario e istituzionale un deciso cambio di marcia. Solo così potremo dare alle lavoratrici e ai lavoratori tutte le risposte necessarie in questo particolare momento di emergenza sanitaria ed economica».