Cgil, Cisl e Uil attaccano il Comune di Imola sui criteri per l’erogazione dei buoni spesa. In una lettera al commissario prefettizio Nicola Izzo, infatti, i confederali non nascondono “il disappunto” sulla scelta dei criteri, fatta “senza tenere in considerazione il punto di vista di chi conosce il territorio e le esigenze dei cittadini”.
E’ un problema anche che, all’interno del Circondario, “ogni sindaco abbia deciso a modo suo”, con il risultato che una famiglia di cinque persone di Imola percepisce 350 euro, mentre in altri Comuni del Circondario lo stesso nucleo di cinque persone arriva a 600. E visto che nel provvedimento nazionale sui buoni spesa si e’ deciso, con una scelta che “ci trova contrari”, di dare priorita’ a chi non e’ “assegnatario di sostegno pubblico”, Cgil, Cisl e Uil chiedono a Izzo di “tenere in considerazione le entrate effettive nel nucleo familiare”.
Inoltre, aggiungono che occorre “alzare la soglia massima di liquidita’ a 5.000 euro per nuclei con tre componenti” e “mettere in sicurezza le persone che in questo momento sono in attesa di un percorso di regolarizzazione nel territorio, sprovviste in questo momento dei requisiti necessari per accedere ai servizi”.
Oltre a questo, i sindacati chiedono che “siano ricomprese nei bandi anche le persone e le famiglie con il solo domicilio nel Comune”, perche’ le restrizioni non consentono lo spostamento in altri Comuni o regioni. Per le tre sigle, in sostanza, le scelte fatte finora “possono discriminare gli individui proprio su un bisogno fondamentale come la sussistenza alimentare”, e per questo vanno “rivisti i criteri e data una risposta tangibile alle persone in difficolta’ prima di Pasqua, per permettere ai cittadini del Comune di Imola di avere un pasto caldo in tavola”.
(Fonte: Agenzia Dire)