Purtroppo sono in crescita costante le richieste di deroga ai codici Ateco inviate, dalle imprese ai Prefetti dell’Emilia Romagna, per poter riprendere la produzione».
Così il segretario generale della Uil Emilia Romagna e Bologna, Giuliano Zignani commenta i dati delle deroghe rilevati dalle otto camere sindacali della Uil lungo la via Emilia.
In Emilia Romagna, al primo di aprile, le domande sono state quasi 16mila per la precisione 15.980. In particolare, il pacchetto più corposo è in quota a Modena con 4.000 domande segue Bologna (3.300) tallonata da Reggio Emilia (2.500). Sotto le duemila richieste, le altre province: Parma (1.450), Piacenza e Ravenna (1.300 domande per ciascun capoluogo), Ferrara (1.100), Forlì-Cesena (650) e Rimini (380).
Un super lavoro per le Prefetture, già sotto pressione nel gestire l’emergenza da Covid 19, che, a parte Bologna che ha già fornito l’esito delle istruttorie, nella stragrande maggioranza dei casi registra «un 50% di domande già vagliate e un 50% in corso di analisi», rileva Zignani.
I dati – commenta il segretario generale Uil ER e Bo, Giuliano Zignani, sono appunto in aggiornamento costante e sono drammaticamente destinati a crescere. Comprendiamo le aziende che cercano lo spiraglio della deroga per cercare di riprendere la produzione e dare così un primo timido segnale di ripartenza, ma, sul fronte della sicurezza dei lavoratori, tutto ciò ci preoccupa fortemente.
Ogni giorno alle nostre categorie arrivano segnalazioni di lavoratori che non si trovano in condizioni di sicurezza: mancano i dpi oppure non c’è sanificazione degli ambienti. Solo per citare alcuni esempi. I settori dove ora rileviamo una maggiore violazione delle norme sono la logistica, gli appalti e i servizi. Dove tra appalti e sub-appalti si perde la catena di riferimento e i lavoratori sono davvero indifesi: con stipendi minimi e zero sicurezza. Settori per cui chiediamo, alle Istituzioni, controlli urgenti e mirati.
Le imprese stanno soffrendo moltissimo, è vero e questo ci preoccupa molto soprattutto per il dopo Covid. L’economia ristagna e allargare le maglie sembra la via più veloce per limitare i danni. Questo all’apparenza: perché non è così. Allentare i divieti ora, farebbe sì che il Coronavirus rialzi la testa per colpirci, forse, in modo ancora più pesante di quanto non sia già avvenuto. Il profitto non può venire mai prima della salute del lavoratore e dei cittadini.
Bisogna resistere e andare avanti anche se la luce in fondo al tunnel appare lontana. Governo e Regione Emilia Romagna mettano in campo tutte le risorse e i provvedimenti necessari per creare una rete economico-sociale di salvataggio per i lavoratori».