Dichiarazione del segretario territoriale Uiltec di Ravenna, Guido Cacchi
In occasione della giornata di lotta per la difesa dell’ambiente e contro il riscaldamento climatico la Uiltec di Ravenna rimarca che il “green new deal” può essere una occasione di sviluppo per il Paese e di una azione comune per le imprese, come dichiarato anche dal Segretario Generale Nazionale Paolo Pirani, ma esprime contestualmente la forte preoccupazione per la volontà espressa dal nuovo esecutivo di bloccare tutte le estrazioni da subito.
Come Uiltec unitariamente a Filctem e Femca abbiamo più volte avanzato la necessità dell’apertura di un tavolo ministeriale di confronto con le forze sociali ed economiche che potrebbe diventare anche uno strumento operativo a sostegno delle politiche energetiche in modo coordinato e coerente utilizzando la capacità e la conoscenza di chi quotidianamente e da anni vi opera.
Questo confronto potrebbe portare davvero ad una cabina di regia e costituire il fulcro della futura politica industriale e di transizione verso le energie pulite, ovviamente passando per il gas perché mai come ora serve attenzione per regolare la gestione del settore energetico e contemporaneamente assicurare investimenti che davvero garantiscano uno sviluppo sostenibile.
Pertanto la Uiltec-Uil chiede a tutte le forze politiche di attivarsi per costruire un tavolo di confronto al fine di garantire un passaggio dalle energie fossili alle rinnovabili in modo coordinato e coerente con le effettive esigenze e condizioni del Paese.
La nostra preoccupazione è accentuata dalla scelta di mettere questo blocco come uno dei punti principali relativi alle scelte ambientali senza tenere conto che non ci sono le condizioni nell’immediato per soddisfare con le rinnovabili l’equivalente di quanto oggi estratto e le ben oltre necessità del Paese, per cui inevitabilmente necessiteranno tempi di transizione lunghi e ci sarà ancora necessità di utilizzare il gas metano per parecchio tempo.
E’ importante sottolineare che il gas produce la metà di CO2 del carbone e che questo pesa per il 38% della produzione di energia mondiale e per il 77% delle emissioni per cui il gas ha un ruolo essenziale nella transizione verso le rinnovabili dal momento in cui consente una riduzione sostanziale di emissioni”.
Occorre altresì considerare, oltre a quelli ambientali, anche gli impatti industriali e sociali della transizione energetica che inevitabilmente passa dall’utilizzo del gas, il più pulito delle energie fossili,
Vogliamo ribadire che a Ravenna abbiamo un territorio ricco di gas e che questa risorsa, soprattutto in questo particolare momento, va utilizzata al meglio. Nel nostro territorio vi operano società come Eni e aziende di servizi di eccellenza, conosciute nel mondo come imprese ad alto valore tecnologico e ad alta sostenibilità ambientale che producono occupazione e portano ricchezza al territorio, ma in assenza di un piano energetico nazionale con il blocco delle ricerche e nuove estrazioni quale futuro si potrà loro prospettare? Quale compagnia sarà attratta e investirà denaro senza avere alcuna certezza per il futuro? La stessa Eni dopo avere inserito nel piano quadriennale 2 miliardi di investimenti che cosa farà? Ciò che vediamo è che in attesa delle conferme Governative sulle politiche energetiche, si rafforzano gli investimenti all’estero.
In Italia, a Ravenna abbiamo, come tante volte ripetuto, eccellenze sia in termini di società che di maestranze, certamente un patrimonio che non può essere disperso, che ha tutte le competenze per creare e accompagnare questo percorso che sarà inevitabilmente lungo perché oggi non ci sono le condizioni tecniche per fare da subito una scelta così dirimente.
Serve una coerente politica industriale e la politica energetica è fondamentale per lo sviluppo di un paese e l’Italia essendo il secondo paese manifatturiero in Europa ne è profondamente toccata, per cui il momento attuale può essere una grande occasione per la crescita del nostro paese se si pongono i capisaldi per un passaggio da fonti fossili a fonti rinnovabili ma creando una vera transizione, utilizzando un mix energetico che ponga le basi per il futuro.
Transizione per la Uiltec-Uil significa che quando si chiudono in Italia pozzi o centrali ci deve essere già un piano di riconversione e sostituzione per dare una risposta almeno equivalente in termini energetici e occupazionali.
L’importanza del gas nel mondo è sotto gli occhi di tutti, si fanno guerre per il gas o il petrolio, per cui se l’obiettivo comune è arrivare all’utilizzo massiccio di energia da rinnovabili e inevitabilmente oggi è ancora indispensabile l’utilizzo del gas, il più pulito delle energie fossili è necessario utilizzare al meglio il gas nostrano, a km. Zero.
Se si bloccano le estrazioni nell’Adriatico semplicemente aumenteranno le acquisizioni dall’estero con ulteriori problemi di competitività per l’industria e per le tasche degli italiani che pagheranno anche di più il gas e l’elettricità domestica oltre che i prodotti finiti.
Inoltre basta una piccola crisi in queste aree internazionali per crearci difficoltà per cui gli investimenti vanno rivolti non solo verso l’attività estrattiva, ma anche a favore di imprese ad alto valore tecnologico e di quelle ad alta sostenibilità ambientale.
Va considerato anche che Croazia e Grecia stanno già potenziando la loro capacità estrattiva e pescano nello stesso mare adriatico.
Noi dovremo poi comperarlo da loro? E’ cosa utile alla competitività e al nostro Paese?
La Uiltec-Uil di Ravenna continuerà ad impegnarsi per la salvaguardia del Distretto Energetico e dell’occupazione diretta ed indiretta che ne deriva, consci che la compagine governativa non potrà prescindere da un tavolo di confronto per mantenere la permanenza di un intero settore fondamentale per la nazione e di competenze in grado di garantire i massimi livelli di sicurezza che da sempre contraddistinguono il Polo Energetico di Ravenna».