Dichiarazione delle segreterie regionali di Flc Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola dell’Emilia Romagna
Le OOSS del settore istruzione e ricerca della regione Emilia Romagna Flc Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola dell’Emilia Romagna, in attesa di conoscere le intenzioni del nuovo governo sul processo di autonomia differenziata richiesta da alcune regioni (fra cui l’Emilia Romagna) che includono la materia istruzione fra quelle su cui si chiedono maggiori competenze, ribadiscono i seguenti punti:
- qualsiasi forma di autonomia differenziata in ambito scolastico è incompatibile con il valore universale e unitario della scuola e contrario al principio costituzionale;
- la scuola è una, nazionale, indivisibile; essa rappresenta un ineliminabile valore di coesione sociale del Paese che deve essere rafforzato e non disgregato;
- il valore erga omnes del contratto non può essere messo in discussione o differenziato, a garanzia del ruolo giuridico del personale che vedrebbe un inasprimento delle differenze socio economiche a detrimento del diritto allo studio degli studenti.
Per tutto questo l’istruzione deve stare fuori dalle materie oggetto di decentramento regionale.
In ragione di ciò, chiediamo che anche la Regione Emilia Romagna riveda la decisione assunta rinunciando a realizzare, in materia di istruzione, quel processo che porterebbe ad assecondare quel principio disgregatore.
I diritti e la coesione sociale, l’unità del paese, il diritto allo studio, che è diritto universale, non possono essere esigibili a geometria variabile e ogni intendimento che vada anche solo nella direzione di mettere in discussione questi valori, non può che essere respinto.
Se la Regione Emilia Romagna intenderà proseguire, non incontrerà la condivisione del mondo della scuola. Non rassicura sapere che la regione non vuole gestire il personale della scuola (benché contraddittoriamente rivendichi la facoltà di assumere personale a tempo determinato).
Di fronte ad un tema largamente divisivo nel e per il Paese, sull’istruzione deve fermarsi, dimostrando di avere a cuore il benessere dei ragazzi, della comunità educante e l’interesse a tenere “insieme” un Paese sempre più allo sbando sul piano economico, sociale, civile e culturale».