Dichiarazione congiunta delle segreterie regionali di Flc Cgil; Cisl Fsur Er; Uil Scuola; Gilda Unams e Snals Confsal dell’Emilia Romagna
Era dicembre 2018 quando i sindacati hanno formalizzato, per la prima volta al Ministro Bussetti, la proposta per un piano straordinario di assunzioni per dare risposta all’emergenza precariato, che si preannuncia grave anche per il prossimo anno scolastico.
Nonostante la sottoscrizione dell’intesa del 24 apdate per superare il precariato del personale docente e Ata, corile scorso, firmata anche dal premier Conte, a tutt’oggi mancano le misure straordinarie concormpresi i facenti funzione Dsga e le risorse aggiuntive per il prossimo rinnovo contrattuale.
Le liti interne alla maggioranza di governo non possono pregiudicare il destino della scuola italiana, degli studenti e di migliaia di lavoratrici e lavoratori che attendono risposte concrete.
Mettere al centro la scuola ed il suo funzionamento: questo deve fare il governo! Gli annunci non bastano più ed il tempo della propaganda è finito.
Occorre un provvedimento urgente per scongiurare un anno scolastico all’insegna dell’incertezza e per evitare l’ennesima procedura di infrazione della Commissione europea, per abuso di contratti a tempo determinato nel comparto della pubblica istruzione.
Le 53.627 assunzioni di docenti autorizzate dal Mef (di cui molte previste in discipline in cui non vi sono candidati nelle graduatorie concorsuali, come ad esempio il sostegno nella nostra regione) sono assolutamente insufficienti a coprire le circa 130mila cattedre vacanti.
La copertura con contratti a tempo indeterminato di tutti i posti disponibili e per tutte le professionalità rappresenta una misura indispensabile per assicurare la qualità del sistema. Servono per questo tempi certi nelle decisioni.
Le OOSS si sono rese disponibili a ricercare soluzioni idonee ai tanti problemi irrisolti, concordando con il MIUR percorsi condivisi per affrontare quella che si rivelerà una vera e propria emergenza.
I lavoratori precari della scuola hanno diritto a:
- percorsi abilitanti speciali per i docenti per formarsi e acquisire il titolo dell’abilitazione;
- vedersi riconosciuto il diritto sancito dalla normativa europea di essere stabilizzati dopo un periodo di 36 mesi di contratti a tempo determinato;
- risolvere definitivamente il problema dei diplomati magistrali;
- dare la possibilità ai cosiddetti “ingabbiati” di potersi abilitare in altre discipline.
Le famiglie hanno diritto di avere una scuola pubblica di qualità con docenti stabili che siano in grado di programmare le attività e dare continuità al lavoro educativo, presupposto indispensabile per garantire agli studenti il diritto allo studio e il miglior successo formativo ed educativo possibile.
In Emilia Romagna sono oltre 5000 i posti autorizzati per i ruoli dei docenti e poco più di 500 per il personale Ata; numeri decisamente insufficienti ed inadeguati a coprire le reali necessità. La scuola ha bisogno di certezze, di programmazione, di stabilità, di continuità didattica, di risorse professionali adeguate, di investimenti e non può essere terreno di scorribande politiche».