Lettera inviata alla Regione Emilia Romagna e ai rettori degli atenei emiliano-romagnoli da Giuseppina Morolli della segreteria Uil Emilia Romagna e Bologna con delega alla Scuola e all’Università e da Raffaele Pileggi della segreteria Uil Rua Emilia Romagna
A parere della scrivente OO.SS. si è instaurata, a partire dal 2008 per arrivare all’ultimo Protocollo di Intesa fra Regione Emilia Romagna ed Università per la collaborazione in ambito sanitario (2017), una situazione assurda ed iniqua. È il risultato dell’azione dell’Assessorato alla Sanità Regionale volta da un lato a gestire i rapporti di lavoro del personale tecnico amministrativo universitario, operante presso le Aziende Ospedaliero Universitarie regionali, con riferimento alle sole norme del comparto della sanità e dall’altro dal rifiuto di riconoscere quell’identità universitaria sancita con estrema chiarezza sia dalla giurisprudenza che dai diversi CCNL (ex art. 18 CCNL 2002-05; ex art. 64 CCNL 2006 – 09; ex art. 42 CCNL 2016-18) succedutesi nel tempo.
Più volte abbiamo segnalato all’Assessorato alla Salute della Regione Emilia Romagna e ai Rettori dei quattro Atenei in questione che, a parere della Scrivente, tali atti non sarebbero stati conformi al dettato normativo vigente.
E’ doveroso richiamare l’art. 8, comma 5, del D.Lgs. n. 517/99, il quale prevede che alle procedure concernenti il trasferimento o l’utilizzazione del personale tecnico amministrativo alle AA.OO.UU. si provvede con uno o più decreti interministeriali dei Ministri della Sanità, dell’Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica, della Funzione Pubblica e del Tesoro, sentite le Organizzazioni Sindacali, d’intesa con la Conferenza Stato-Regioni.
In considerazione del citato disposto normativo non si ritiene possibile adottare in sede regionale discipline sostitutive di quelle nazionali, tenuto conto, tra l’altro, che, a norma dell’art. 7, comma 1, del D.Lgs. n. 517/99 alle attività correnti delle predette Aziende concorrono le Università con l’apporto di personale docente e tecnico amministrativo, la cui valorizzazione degli stipendi costituisce contributo economico-finanziario alle Aziende stesse ai sensi dell’art. 10, comma 3, DPCM 24.05.2001.
Non meno censurabile appare il comportamento di Cgil e Cisl che hanno accettato di sottoscrivere un nuovo protocollo integrativo per l’equiparazione economica del personale tecnico amministrativo universitario con la sola Regione Emilia Romagna, senza la presenza o l’accettazione del medesimo da parte dei datori di lavoro “i Rettori delle Università dell’Emilia Romagna”.
E’ il caso di ricordare, inoltre, che, ai sensi dell’ex art. 64 del CCNL 16.10.2008 del comparto Università, la mobilità interuniversitaria o intercompartimentale del personale di cui trattasi si realizza comunque con l’assenso dell’interessato.
Riteniamo, infine, di dover precisare che in assenza di riscontri immediati saranno attivate tutte le forme di lotta volte alla tutela delle prerogative del personale del comparto Università che avranno inevitabili ripercussioni sui servizi erogati agli studenti e ai degenti».