Dichiarazione congiunta delle segreterie di Fp-Cgil; Cisl-Fp e Uil-Fpl di Bologna (Foto: Gianni Schicchi)
Abbiamo appreso dagli organi di stampa delle dichiarazioni del presidente del Consorzio l’Arcolaio di Bologna in merito alla mancata partecipazione al bando per l’accoglienza diffusa dei migranti a livello metropolitano, nonché di quelle del sindaco Virginio Merola e di altri esponenti politici.
Dal fronte della Prefettura, sempre attraverso gli organi di stampa, apprendiamo che si sta pensando ad un nuovo bando di gara e all’utilizzo di risorse dei fondi europei per progetti mirati.
Se da una parte sono condivisibili i giudizi di merito sulle inevitabili conseguenze del “decreto Salvini” e la necessità di proseguire ogni iniziativa utile a ripristinare un sistema di accoglienza adeguato e civile, per le categorie di Cgil-Cisl-Uil di Bologna si pone immediatamente anche il tema della salvaguardia degli operatori.
Riteniamo indispensabile, in tempi ristrettissimi, un incontro con le associazioni datoriali per avere finalmente un dato concreto rispetto al numero dei dipendenti impegnati, le tipologie contrattuali ed il loro inquadramento professionale, al fine di procedere alla messa in campo di tutti gli strumenti, giuridici e contrattuali, che consentono la tutela occupazionale ed economica dei lavoratori interessati. Non è più tempo di dichiarazioni di principio.
Come sosteniamo da tempo, in assenza purtroppo di adeguate risposte, ci deve essere coerenza tra i valori ispiratori del sistema cooperativo e le azioni concrete che si mettono in campo per praticare quei valori nei confronti dei dipendenti. Al momento possiamo registrare solo una prima concreta perdita di posti di lavoro, attraverso il mancato rinnovo dei tempi determinati, ed un anomalo incremento di procedimenti disciplinari tesi al licenziamento in talune imprese.
Per questo, ribadiamo, va attivato al più presto un tavolo permanente di confronto tra le organizzazioni sindacali e i datori di lavoro, così come i livelli istituzionali coinvolti devono assumere, consapevolmente e responsabilmente, la situazione che si sta determinando come una vera e propria crisi aziendale ed agire il ruolo previsto in casi analoghi.
Se ci troviamo di fronte, come pensiamo, alla messa in discussione di circa 500/600 posti di lavoro ( a livello nazionale vengono stimati tra i 15.000 e i 18.000) è dovere di tutte le parti in causa attivarsi.
Per questo motivo faremo partire entro la giornata di oggi una richiesta urgente di incontro alle Centrali Cooperative e ci attendiamo una sollecita e tempestiva risposta».