Dopo un intenso confronto, nella giornata di mercoledi 18 luglio 2018 è stato raggiunto tra Regione Emilia Romagna, Cgil,Cisl, Uil e rispettive categorie dei pensionati un importante accordo sugli indirizzi regionali per i regolamenti locali sulle Case Famiglia.
Le Case Famiglia sono strutture di iniziativa privata che non necessitano di particolari autorizzazioni potendo accogliere fino ad un massimo di 6 ospiti autosufficienti o lievemente non-autosufficienti, cioè in grado di compiere le principali attività della vita quotidiana.
Lo sviluppo di queste strutture è un fenomeno in costante crescita, nella nostra Regione sono circa 500 e riguardano circa 2.700 persone accolte.
Da qui nasce la necessità di regolamentare meglio un ambito di servizi privati in forte crescita e di stabilire modalità di controllo più accurate, anche perché purtroppo alcune Case Famiglia hanno conquistato gli onori della cronaca a causa degli abusi e dei maltrattamenti che qualche imprenditore senza scrupoli ha perpetuato nei confronti degli ospiti
Siamo soddisfatti dell’accordo raggiunto – spiegano i sindacati -. Con queste linee guida regionali si sono fissati alcuni principi essenziali e dettate regole tali da garantire, in modo omogeneo in tutti i contesti territoriali, qualità e sicurezza del servizio prestato agli ospiti, rafforzare i controlli , promuovere una lista di qualità delle Case Famiglia a tutela degli ospiti, dei famigliari e degli operatori, valorizzare le buone esperienze ed evitare fenomeni di maltrattamento. Abbiamo anche convenuto sullo sviluppo di un sistema informativo che aggiornerà periodicamente l’anagrafe regionale delle Case Famiglia, in modo tale da avere un quadro aggiornato e trasparente a tutela della qualità delle strutture, ma soprattutto degli ospiti anziani e disabili.
Le Organizzazioni sindacali e la Regione, considerata la rilevanza del tema, si sono impegnate a continuare il confronto con l’obiettivo di:
- promuovere l’applicazione degli indirizzi regionali nei singoli ambiti distrettuali;
- aggiornare periodicamente i dati del monitoraggio delle Case Famiglia nel territorio regionale;
- valutare i risultati delle attività di controllo effettuate, per conto dei Comuni, dai Dipartimenti di Sanità Pubblica delle Ausl;
- elaborare, con il coinvolgimento dei MMG, strumenti di valutazione delle condizioni di salute degli ospiti al momento dell’accesso nelle Case Famiglia;
- valorizzare il collegamento delle Case Famiglia con la rete dei servizi socio-sanitari
Su proposta delle organizzazioni sindacali, la Regione ha accolto la richiesta di lavorare in sede nazionale per rivedere alcuni aspetti dell’attuale legislazione, con l’obiettivo di prevedere requisiti e garanzie aggiuntive per l’apertura e la gestione delle Case Famiglia.
Inoltre, in accordo con le organizzazioni sindacali, la Regione promuoverà una specifica campagna di sensibilizzazione sulla dignità e i diritti delle persone, a partire dalle categorie più fragili: anziani e disabili.