Continua a scendere la disoccupazione in Emilia-Romagna calata dello 0,5% nel primo trimestre 2018 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (dal 7% al 6,5%). Mentre, a livello nazionale, un dato inferiore lo si rileva unicamente in Trentino-Alto Adige (4,3%). Negli ultimi dodici mesi, spiega l’Istat, il tasso di disoccupazione si colloca sul valore medio del 6,4%, ancora giù rispetto al periodo aprile 2016-marzo 2017 (6,6%) e al 9% di inizio legislatura, a gennaio 2015.
Rispetto al primo trimestre 2015, il tasso di occupazione regionale è cresciuto di 2,9 punti percentuali, dal 65,5% al 68,4% (secondo solo al Trentino Alto Adige, 69,9%, e alla Valle d’Aosta, 68,6%), mentre gli occupati sono aumentati di 75.500 unità (+4%). Per gli uomini di registra un tasso di occupazione pari al 74,5%, per le donne del 62,3%.
“Il Patto per il Lavoro, siglato due anni fa con la Regione Emilia Romagna – commenta il segretario generale della Uil Emilia Romagna, Giuliano Zignani – continua a dare buoni frutti. Quella firma era una scommessa contro la crisi e soprattutto contro il Jobs Act i cui effetti distorsivi, in questo modo, sono stati neutralizzati. Almeno in parte. Ora che è stato ben rodato, sono maturi i tempi per una sua messa a punto. Due gli snodi dirimenti per la Uil Emilia Romagna. Il primo riguarda la necessità di creare buona occupazione alla luce anche delle novità che l’industria 4.0 sta introducendo. Secondo, una particolare attenzione ai giovani con la creazione di un Patto a loro dedicato”.
Segnali positivi per l’economia regionale arrivano anche dall’export: tra gennaio e marzo 2018, l’Emilia-Romagna ha esportato beni e servizi per un totale di 15.260 milioni di euro (pari al 13,6% del totale nazionale), in crescita del 4,6% rispetto allo stesso periodo del 2017 (+669 milioni di euro), al di sopra sia della media del Nord-Est (+4%), che nazionale (+3,3%), e seconda solo alla media del Nord-Ovest (+5,3%). Per l’Emilia-Romagna, certifica sempre l’Istat, si tratta del ventesimo incremento su base tendenziale (ovvero rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) consecutivo.
Più lavoro dipendente e a tempo indeterminato
Quella del mercato del lavoro regionale è una dinamica risultato di un aumento della componente di lavoro dipendente e di una contrazione degli indipendenti, confermando il trend degli ultimi anni. A livello settoriale, emerge una crescita dello stock degli occupati nell’Industria in senso stretto e nel Commercio, alberghi e ristoranti.
Nel primo trimestre 2018 si torna a registrare una crescita del lavoro su base permanente: delle 8.277 nuove posizioni lavorative dipendenti, 6.560 sono a tempo indeterminato e nell’apprendistato e anche il lavoro intermittente si presenta in calo con 923 posizioni lavorative in meno.
Oltre 13mila nuovi giovani occupati
Un segnale di inversione di tendenza di cui, sempre secondo l’Istat, beneficia il segmento giovanile del mercato del lavoro regionale. Sebbene nel primo trimestre le posizioni dipendenti siano rimaste le stesse per i giovani di 15-29 anni, si è però verificata una significativa sostituzione fra lavoro temporaneo e lavoro permanente: infatti, al netto dei fenomeni di stagionalità, le posizioni a tempo determinato e nel lavoro somministrato sarebbero diminuite di 2.459 unità, mentre quelle a tempo indeterminato e in apprendistato sarebbero aumentate di 2.505 unità. Più in generale, su base annua le posizioni lavorative giovanili sono cresciute di 13.303 unità.